giovedì 31 ottobre 2013

LA LETTERA DI UNA RAGAZZA DISPERATA. 'La mia famiglia sterminata dalla Terra dei Fuochi, scappiamo tutti al Nord

E' una lettera di una ragazza disperata che ha paura del proprio futuro e, soprattutto, del proprio presente. E'una lettera che è stata indirizzata a padre Maurizio Patriciello che, proprio per le parole che ha letto, ha spinto affinché gli venisse dato più eco possibile. Ed eccola di seguito la lettera di una ragazza costretta a vivere nella Terra dei Fuochi.

Buonasera padre Maurizio, mi perdoni se l'assillo questa sera con i soliti problemi. Dieci minuti fa ho ricevuto una chiamata. Mia sorella mi avvisava che a una nostra cugina, ricoverata oggi d'urgenza, le è stato diagnosticato un tumore alle ossa. Grave la situazione. Grave come per tanta povera gente, che ultimamente viene colpita da questo male. Pensavo che per la mia famiglia fosse giunto il tempo di una pausa. Mio padre morto dello stesso male e così anche le sue 3 sorelle. Un'altra mia cugina, bellissima giovane mamma, ha lasciato lo scorso aprile 4 figli. Mio suocero finito per lo stesso male il 1 luglio di quest'anno. Per non parlare della famiglia di mia madre. Mi perdoni Padre, non sono qui per farle la lista di tutte le persone finite della mia famiglia. Qui, siamo tutti un'unica famiglia, accomunati da un triste destino. Mi domando: Perché? Perché va sempre peggio? Sono desolata. Dopo la telefonata di stasera ho detto a mio marito: Trasferiamoci, andiamocene al Nord, scappiamo via di qui, da questa terra maledetta che io amo tanto. Mio marito sa cosa mi ha risposto? Non voglio andare via, qui abbiamo ancora le nostre mamme, fratelli, nipoti. Non è vigliaccheria la mia, ma non ce la faccio più a veder morire tutte queste persone a me care, tutta questa povera gente, bambini, anime innocenti. Che fare? Forse per lo Stato, per l'Italia, noi campani, facciamo parte dei soliti problemi?

fonte http://noi.caserta.it

mercoledì 30 ottobre 2013

La Lotta al Cancro di Jen Raccontata Attraverso le Foto del Marito

La prima volta che fotografo Angelo Merendino ha incontratoJennifer, sapeva che lei sarebbe stata quella giusta. Si innamorarono e si sposarono a Central Park in New York, circondati da familiari, amici e persone care.
Cinque mesi dopo a Jennifer è stato diagnosticato un tumore al seno. 
Dal blog di Angelo: Mi ricordo il momento esatto… la voce di Jen e la sensazione di intorpidimento che mi avvolgeva. Quella sensazione non ha mai lasciato. Devo dire anche non dimenticherò mai come ci guardammo negli occhi e ci tenemmo per mano. ’Noi siamo insieme, saremo ok’ “.[...] “Con ogni sfida che si avvicinava le parole diventavano meno importanti. Una notte Jen era appena stata ricoverata in ospedale, il suo dolore era fuori controllo. Mi afferrò per un braccio, e con gli occhi pieni di lacrime, “Bisogna guardare nei miei occhi, questo è l’unico modo per gestire questo dolore.” [...] “Le mie fotografie mostrano la vita quotidiana. Esse umanizzano il volto di cancro, sulla faccia di mia moglie. Esse mostrano la sfida, la difficoltà, la paura, la tristezza e la solitudine che abbiamo affrontato, che Jennifer ha affrontato, come ha combattuto questa malattia. Più importante di tutto, esse mostrano il nostro Amore. Queste fotografie non definiscono noi, ma siamo noi.”
Le foto parlano da sole…. Ecco la loro storia, il loro Amore.

UN FUNERALE CHE DIVENTA UNA FESTA: QUANDO LA MORTE NON FA PAURA

di Antonio Gaspari
- Roma, 27 Agosto 2013 (Zenit.org) -

NON VI PREOCCUPATE, IL PARADISO E' UN POSTO BELLISSIMO
Storia di Francesca Pedrazzini, una mamma che a 38 anni ha lasciato il marito e tre bambini. Il modo in cui ha affrontato la sofferenza e la morte ha convertito tanti e dimostrato che con Gesù anche la morte può essere strada alla vita
Può un funerale essere come un matrimonio? Può una bambina chiedere che il funerale della mamma sia una festa? Può una mamma che sta per morire, parlare con i suoi bambini e insegnare loro ad avere fede perché Gesù è buono e lei li vedrà e curerà dal cielo? Può una donna che sta per lasciare il marito ed i suoi bambini fare festa con gli amici in ospedale?
Questo e altro ha fatto Francesca Pedrazzini, moglie e madre di 38 anni, salita in cielo dopo trenta mesi di combattimento con un tumore che l’ha uccisa.
La sua vicenda ed il suo modo di affrontare il dolore e la morte così straordinariamente eroico sono stati raccontati nel libro di Davide Perillo, Io non ho paura, pubblicato dalle edizioni San Paolo.
Ha narrato il marito Vincenzo Casella, il 21 agosto, nel corso di un incontro al Meeting di Rimini, dopo una serie di visite e esami, il 17 agosto 2012 la dottoressa lo prende da parte e gli dice “potrebbe essere questione di giorni. Al massimo qualche settimana”.
E lì Vincenzo viene preso dall’angoscia: “Dirglielo? E come? E i bambini? E se poi crolla? Forse è meglio tacere per tenerla su di morale…”.
Vincenzo chiede alla dottoressa, che gli confessa: “Guardi io sono una mamma. Se toccasse a me, vorrei sapere. Per decidere cosa fare con i miei bimbi”.

martedì 29 ottobre 2013

La petizione promossa da Il Fatto Alimentare che chiede al Ministero della salute e alle catene di supermercati di pubblicare i nomi e le foto dei prodotti alimentari pericolosi

ALLERTA

La petizione de Il Fatto Alimentare arriva in Parlamento. Prevista un’interrogazione al Ministro della salute per l’allerta alimentare


foto change.org petizione
La petizione promossa da Il Fatto Alimentare che chiede di pubblicare i nomi dei prodotti alimentari pericolosi è giunta alla Camera dei deputati
La petizione promossa da Il Fatto Alimentareche chiede al Ministero della salute e alle catene di supermercati di pubblicare i nomi e le foto dei prodotti alimentari pericolosi ritirati dagli scaffali è giunta alla Camera dei deputati. La decisione di trasformare il nostro appello in un’interrogazione parlamentare è stata presa da 14 deputati del Movimento 5 Stelle che hanno posto il quesito al Ministro della salute Beatrice Lorenzin e a quello delle politiche agricole Nunzia De Girolamo.

L’interrogazione è stata promossa dal deputato Giuseppe L’Abbate insieme agli altri 13 colleghi del M5S.

San Peter square, Rome, Italy.
L’interrogazione è stata promossa dal deputato Giuseppe L’Abbate insieme agli altri 13 colleghi del M5S
Non potevamo che accogliere l’appello lanciato da Il Fatto Alimentare – ha dichiarato L’Abbate – per questo chiediamo ai ministeri competenti in materia se non ritengano opportuno assumere iniziative per diffondere con regolarità sul sito del Ministero della salute, nonché attraverso i media, le foto e le schede di tutti i prodotti alimentari richiamati dal mercato perché ritenuti pericolosi per la salute, affiancando a queste notizie l’elenco dei punti vendita in cui sono stati commercializzati. E di fare in modo che queste procedure vengano messe in atto anche dalla grande distribuzione organizzata”.

La rchiesta non è così strana visto che in Italia esiste l’art. 19 del reg. 178/2002 che obbliga i produttori e i supermercati “ad informare i consumatori in maniera efficace e accurata, specificando i motivi del ritiro e, se necessario, richiamare i prodotti già venduti per tutelare la salute”.

Per firmare la petizione vai a questo link.


Roberto La Pira

Pink Project

Pink Project

A 31 anni Francesca Tilio scopre di avere un tumore al seno. Quando perde i capelli le regalano una parrucca rosa e lei festeggia la fine della chemio comprandosi una reflex. Così inizia a scattare il suo progetto al femminile. Tra leggerezza e ironia, con la determinazione di fare qualcosa di concreto per le donne
Tiziana Moriconi
Pink Project
“Mi sono regalata la mia prima reflex sette anni fa. Un premio, per festeggiare la fine della chemio. Da quel momento ho cominciato a sperimentare l’autoritratto, a rielaborare, e a prenderci gusto nel cambiare, con le parrucche. Una delle prime che mi avevano regalato era rosa, il colore simbolo della lotta al cancro al seno. Così, un anno fa, ho cominciato a pensare a un nuovo progetto fotografico in rosa. Allora non sapevo ancora di essere incinta. Un miracolo, perché per i medici era altamente improbabile che potessi diventare madre. Con mia figlia Dora, che porta lo stesso nome di mia nonna, la mia idea iniziale ha preso forma e ha assunto un nuovo significato. Ho indossato il vestito rosa che molti anni prima era stato di mia madre, ed è nato Pink Project”.
Francesca Tilio, classe 1975, viene da Ancona e ha talento. La sua passione per le immagini se la porta dietro da quando era piccola, tanto che per mestiere ha scelto di fare la grafica pubblicitaria. Le sue opere si rivolgono all’universo femminile, ma questo ultimo lavoro è dedicato alle donne in un modo diverso. “All’inizio la parrucca era una necessità, ma dopo la chemio ho voluto provare a giocare con i cambiamenti di identità. In quei primi momenti, ovviamente, non ero divertita dalla situazione, ma nella rielaborazione che è seguita ho capito che il mio messaggio di speranza, rivolto a tutte le altre che stanno vivendo la malattia, poteva essere leggero, in qualche modo ironico.
Ma c’è molto altro: Pink Project cerca sponsor per diventare una raccolta fondi per la prevenzione e il sostegno alle oltre 48 mila donne che solo in Italia sono colpite dalla neoplasia al seno.
La mostra è stata presentata a settembre al Si Fest di Savignano e ora Tilio vuole portarla in giro per la penisola. La fotografa non si limita all’esposizione delle opere: come aveva sperimentato per un altro suo progetto, Me², l’esposizione è pensata per essere accompagnata da un set fotografico: “Chi vuole può farsi fotografare con una parrucca rosa e diventare testimonial. Non sono io la protagonista, ma tutte le donne che vogliono partecipare”.
29 ottobre 2013

Terra dei fuochi: L'Oncologo Giordano ci ripete che si muore di immondizia

Servizio di Alberto Marolda
Intervista ad Antonio Giordano, Oncologo (vedi sotto)
Eccovi qui! Ricordate la pessima figura che fece il ministro Balduzzi, qualche tempo fa, sostenendo che d’immondizia non si muore di Cancro? Noi non ci credevamo, e per questo intervistammo un oncologo, il Professor Antonio Giordano, che ci disse che erano tutte balle, che secondo le sue statistiche, invece, di immondizia si muore in Campania, eccome se si muore! Poi, è arrivata anche l’altra ministro, quella nuova, la Lorenzin, ed anche lei con la stessa tiritera sulla Santa Immondizia che non uccide, che, anzi, andrebbe sfruttata per l’energia, e poi la Colao (una dotta, endocrinologa, per la verità più famosa per essere la moglie di Caldoro), senza scordarci Repubblica, il mega giornale iscritto fra i negazionisti, che ha interpellato un certo Iolascon (un luminare, Ordinario di Genetica Medica alla Federico secondo)… per cui siamo confusi, molto, ma ci fossimo sbagliati, noi e la massa di gente che esce in strada e se ne va urlando che nella terra dei fuochi si muore di cancro… ma per il cancro non si parla con un oncologo? …mmmm, sapete che c’è? Noi, torniamo dal Professor Giordano e voi… prima ascoltate, e poi… SCAPPATE!!!

Napoli, allarme polveri sottili: verso lo stop alle auto

Le centraline Arpac hanno sforato negli ultimi giorni tutti i limiti consentiti. Il vicesindaco Sodano valuta il blocco del traffico veicolare
NAPOLI - Il vice sindaco Tommaso Sodano sta valutando la possibilità di un blocco del traffico, se la situazione non dovesse migliorare. L'aria di Napoli è sempre più inquinata: i dati dell'Arpac mostrano valori elevati durante il mese di ottobre. La centralina dell'Osservatorio di Capodimonte dall'inizio del mese ha registrato 6 sforamenti con picchi di 80 microgrammi contro il limite di 50 per metro cubo. Ma la zona dei valori massimi rilevati tra l'1 e il 27 ottobre è quella della Ferrovia, con 9 sforamenti in ottobre, 89 dall'inizio dell'anno. Negli ultimi giorni, secondo quanto ha comunicato l' Arpac, le centraline hanno sforato tutte i limiti consentiti.

Acerra: amianto e vernici nei campi coltivati

Nuova operazione della Forestale. Sequestrati 6mila metri cubi di rifiuti


martedì 29 ottobre 2013 - 13:14 


Seimila metri cubi di rifiuti sequestrati. È il risultato di un’operazione condotta questa mattina dagli agenti della Forestale di Napoli guidati dal generale Sergio Costa. L’operazione, ancora in corso, ha consentito di sequestrare due discariche illegali ad Acerra, per un totale di circa un ettaro di terreno.discarica-1-3-1Le discariche sono relative a rifiuti speciali, speciali pericolosi, incendiati e semi incendiati, a ridosso di campi agricoli, proprio dove crescevano i prodotti della terra pronti per essere portati sulle nostre tavole. Amianto, vernici, bitume, guaine stradali e rifiuti edili. Anche stavolta, come nel caso dell’ultimo sequestro, sono state rinvenute tracce che aiuteranno gli investigatori a risalire ai responsabili degli sversamenti.
L’impegno della Forestale procede con continuità: i terreni sono sotto osservazione e ogni volta che sono in regola i documenti giuridici e tecnici si procede ai sequestri, in un’attività ormai costante. Prossimo passo, in concerto con l’Arpac, l’analisi della falda acquifera e del suolo. L’operazione è ancora in corso. Vi terremo informati sugli ulteriori sviluppi.

SERVIRE MAI USARE

( Editoriale apparso su Avvenire martedì 29 ottobre 2013 )

Desiderio di bene. Di verità. Di libertà. Ogni uomo li porta in cuore. Anche quando non lo sa. Anche quando li confonde. Desiderio che diventa bisogno. Dovere. Impegno. Impegno che si fa pressante. Le terre campane sono allo stremo. Ormai lo sanno tutti, grazie – soprattutto – alle inchieste e ai titoli di "Avvenire" in questi ultimi 15 mesi. Uomini vigliacchi e infidi, per bramosia di denaro, ci hanno avvelenato la terra, l’acqua, l’aria. E tutto questo non è stato fatto ieri. Sono quasi trent’anni che la Campania è diventata lo «sversatoio d’Italia». Rifiuti industriali terribilmente tossici e nocivi sono stati interrati o dati alle fiamme. I fumi neri, irrespirabili, sono sotto gli occhi di tutti e nelle narici di noi che viviamo questa terra. Le discariche a cielo aperto, mille e mille volte fotografate e denunciate, stanno ancora là. Tonnellate di pericolosissimo amianto sbriciolato vengono gettate ai bordi delle strade o nei sentieri di campagna. utto questo si sente, si respira e si vede. Ma ancora più grave è quello che non si vede. A Caivano, A Casale di Principe, a Qualiano stanno venendo alla luce bidoni pieni di veleni interrati da qualche decennio in campi coltivati. La gente è nel panico. La paura è tanta. Le patologie tumorali aumentano a dismisura. Le persone muoiono. Lo Stato è lento.

I Rifiuti speciali? Per il sito dell’Arpacampania non esistono

Governatore Caldoro, Veneto e Toscana sono civili, noi no. Non pensa sia un oltraggio a noi cittadini?



martedì 29 ottobre 2013 - 07:31 

DI ILARIA PUGLIA
Caro governator Caldoro, qualche giorno fa ha risposto a un mio articolo e io la ringrazio, si immagini. Però, c’è un però. Nel suo scritto parla di impegno, di politica, di risorse. E io sono qui ancora a chiedermi quanta parte ci sia di propaganda elettorale e quanta di realtà. E sa perché me lo chiedo? Perché, da giornalista, mi faccio domande, e indago.image_thumb[4] E, indagando indagando, ho iniziato a girare per i siti degli organi di afferenza regionale, tanto per cominciare. Come quello dell’Arpac, che lei cita tra le risorse da utilizzare a protezione dell’agricoltura.
Sono mesi che chiediamo all’Arpac di diffondere, tanto per cominciare, i dati delle analisi fatte sui terreni, o la mappatura delle terre inquinate, che pare sia già in possesso dell’Agenzia regionale per l’Ambiente. Ma niente, nessuna risposta, il nulla istituzionale. Sa, mi infervoro, perché guardo le altre regioni, vicine e lontane, i loro siti internet, il primo passo per il contatto con i cittadini e scopro un sacco di cose che forse, lei, governatore, non sa, e allora gliele spiego io.
Per esempio, apra il sito dell’Arpa Veneto, scorra il menu a sinistra, quello sui Temi Ambientali, fino alla voce Rifiuti. Ci clicchi sopra, troverà un altro menu, sempre a sinistra, relativo ai Rifiuti Speciali. Ci vada, governatore, clicchi ancora. C’è una interessantissima spiegazione su cosa si intenda per rifiuti speciali, si spiega persino a che norma debbano sottostare i produttori e i detentori dei rifiuti nelle operazioni di smaltimento. Sulla destra, nella stessa pagina, troverà anche dei rapporti, atti di convegni, una relazione sui rifiuti speciali del 2010. Parla della produzione e gestione dei rifiuti speciali nel Veneto nel 2010. Roba che qualunque regione dovrebbe avere. Una lettura documentata, seria, interessante, da politici con i fiocchi, insomma, gente che si informa, studia, produce ricerche e poi, solo poi, le diffonde pure. Roba a cui noi, in Campania, non siamo abituati. La legga, attentamente come ho fatto io, ci vuole poco.
Passiamo appresso. Apra il sito dell’Arpat Toscana. Sulla stringa superiore verde, clicchi su Temi Ambientali e poi su Rifiuti. Ci troverà banche dati, report, mappe, e poi notizie, documenti, dettagli sugli impianti di incenerimento. E ci troverà anche, sulla destra, sotto la voce Contenuti Esterni, il rapporto ISPRA sui rifiuti speciali. Ci clicchi sopra, governatore Caldoro, venga con me nello straordinario mondo della civiltà. Le si aprirà una pagina che è anche un mondo, con grafici relativi all’andamento della produzione nazionale di rifiuti, la loro tipologia, la ripartizione percentuale di quelli speciali per attività economica. Un mondo, per chi voglia conoscerlo, ovvio, per chi voglia affrontare i problemi e risolverli, governatore, risolverli davvero. Troverà, a un certo punto, la tabella n. 1.6, che indica la produzione di rifiuti speciali per regione nel 2010. Si evince, a leggere la tabella, che la Campania ha prodotto, in un solo anno, 7.290.288 tonnellate di rifiuti speciali, per la maggior parte provenienti dalle attività di costruzione e demolizione, seguite dall’industria chimica, metallurgica, alimentare e altre attività manifatturiere. Interessante, vero?
E torniamo a casa nostra, in Campania, la regione che lei governa, Caldoro. Andiamo sul sito dell’Arpacampania, in alto, sulla barra color glicine, clicchi su Aree tematiche. Si aprirà una pagina che reca, sulla destra, un ulteriore menu, da cui potrà scegliere la voce Rifiuti. Da qui, potrà cliccare ancora su Rifiuti speciali, sempre sulla destra. Ci clicchi su, governatore, con coraggio, forza, decisione. Come dice? La pagina che le si apre davanti è vuota? Sì, è vuota. È la sua. Quella dell’Agenzia per l’Ambiente della regione che amministra lei. Vuota. Il nulla. Il nulla istituzionale, appunto.
E ora mi dica, governatore, da uomo a donna, con franchezza e onestà: non trova scandaloso che questa pagina sia vuota? Non trova che sia un oltraggio a tutta la sua gente che dobbiamo scoprire dei sette milioni di rifiuti speciali prodotti in Campania dal sito dell’Arpat Toscana e non dal nostro? Non trova vergognoso che proprio in Campania, dove i dati Ispra attestano che è compiuto il 47% dei reati ambientali di tutta Italia, il sito Arpac nella parte dei rifiuti speciali sia vuoto? Di chi è la responsabilità, governatore? Di Bassolino che l’ha preceduta? Può essere. Ma lei da quanto è qui? Non ha mai pensato, prima di parlare delle sue amate bonifiche, di dare una scorsa al sito, ai dati, alle ricerche? Noi sì, lo facciamo ogni giorno. Ma non siamo noi a governare la regione. Purtroppo, aggiungo. Oh, ma forse abbiamo capito male: i dati ci sono ma sono altrove, su un’altra banca dati, un altro sito? Bene, ci dica quale. Moriamo dalla voglia di saperlo, di leggerli, siamo affamati di cifre, di nozioni, di statistiche, siamo curiosi. Ci teniamo alla pelle, in confidenza, governatore. La nostra l’hanno venduta per un piatto di lenticchie. Non ne possiamo più.

lunedì 28 ottobre 2013

Quando l'etichetta è green


Avete mai letto l’etichetta dei prodotti che acquistate? Vi siete chiesti quali informazioni può contenere e cosa significano le immagini che contiene?
L’etichetta è uno strumento per comunicare ai consumatori l’impatto ambientale di un prodotto o di un servizio.
L’azienda può trasmettere in modo dettagliato e mirato il proprio impegno per l’ambiente e fornire al consumatore informazioni chiare e oggettive che gli consentono di compiere le proprie scelte di acquisto in modo più consapevole.
Nell’ambito del progetto Promise (PROduct Main Impacts Sustainability through Eco-communication - Sostenibilità dei principali impatti dei prodotti attraverso l’eco-comunicazione), volto a promuovere produzioni e consumi sostenibili, è stato realizzato unvideo sui principali marchi e certificazioni ambientali.

Utensili da cucina radioattivi respinti dal Canada

Sareste tranquilli ad arrotolare i vostri spaghetti con una forchetta che emette raggi gamma? Io no. Eppure il rischio c'è. Il riciclo dei materiali può avere dei risvolti inaspettati, soprattutto se vengono da paesi con una legislazione in materia di sicurezza un po' discutibile. E' di qualche giorno fa infatti la notizia che in Canada è stato rispedito al mittente (India) un carico di utensili da cucina radioattivi, che per 5 mesi hanno atteso invano lo sdoganamento nel porto di Montreal.
La produzione di oggetti di metallo che utilizzano materiali di scarto dall'industria nucleare sta diventando, dicono varie associazioni antinucleariste, una eventualità sempre più probabile. Il carico rispedito in India conteneva stoviglie e utensili da cucina vari nei quali sono state trovate tracce di cobalto-60, un elemento che non esiste in natura e che si produce esclusivamente in un reattore durante reazioni nucleari. Il Co-60 viene impiegato in medicina nel trattamento del cancro e in vari altri processi industriali. Emette grandi quantità di raggi gamma, ed è superfluo ricordare quanto queste siano pericolose per la salute umana. E' un elemento pericoloso insomma, che non dovrebbe essere rilasciato nell'ambiente o venire a contatto con animali e uomini senza controllo. Eppure è stato trovato tra cucchiai e pentole da cucina.

Il carico è rimasto per cinque mesi nel porto di Montreal prima di decidere che si trattava di "merce non gradita". A quanto pare almeno 15 carichi simili sono stati intercettati dall'incidente di Fukushima (ovvero da quando si è alzato il livello di attenzione sulla contaminazione delle merci provenienti dall'Asia), prima di quella data chissà quanti altri carichi sono passati inosservati? Il carico è stato poi semplicemente "rimandato indietro", qualcuno ci assicura che non finirà sulla tavola di qualche altro ignaro essere umano in qualche altro stato?

Marmellata bio ritirata in Giappone. I prodotti Rigoni di Asiago sono radioattivi?

La confettura biologica italianaè radioattiva? 
Secondo il distretto Shibuya-ku di Tokyo sì, tanto che il 18 ottobre qui è stato revocato all'importatore MIE PROJECT l'ordine di 5.184 barattoli di confettura di mirtillo bio con scadenza anteriore al 17 ottobre 2015.
Secondo un avviso del Comune di Tokyo, infatti, nel corso delle rilevazioni delle autorità sanitarie locali, è emersa la presenza di Cesio 137 pari a 140 becquerel (Bq) al chilogrammo nelle confezioni di marmellata biologica "Fiordifrutta" ai mirtilli neri prodotte dalla Rigoni di Asiago e importate dalla Mie Project. Tutto parte da un'indagine autonoma condotta dal giornale giapponese Shukan Asahi, che rivela come nella confettura di mirtilli "Fior di frutta" confezionata dall'azienda Rigoni di Asiago ci sia contaminazione da Cesio 137.
I mirtilli analizzati, che sono, come è noto, di provenienza bulgara, contengono 164Bq/kg di cesio-137 nel test commissionato dalla rivista, che fa risalire la contaminazione all'incedente di Chernobyl. 

P.MAURIZIO PATRICIELLO SPIEGA IL PERCHE' DELLA SUA ASSENZA ALLA MANIFESTAZIONE CHE SI E' TENUTA IL 26 OTTOBRE 2013

RIPRENDIAMO IL CAMMINO
“ Passata è la tempesta: odo augelli far festa…”. Credo, per quanto mi riguarda, che sia giunto il momento di dare qualche spiegazione a tanti cari amici della mia mancata partecipazione alla manifestazione di Napoli. Troppe parole sono state dette e scritte. E tra le parole tante bugie. La verità è signora. Innanzitutto: a quella manifestazione non sono stato mai invitato. Ma questo non è un problema. Il problema vero è un altro. Da quando, ho sentito forte il dovere di dare una mano perché il terribile dramma che ci uccide giungesse a qualche soluzione, è nato un “Coordinamento” di tanti comitati già esistenti sul territorio. Coordinamento che il questi lunghi e faticosi mesi ha lavorato sodo portando alla ribalta nazionale e internazionale la situazione della nostra terra. Non c’è bisogno che mi dilunghi su fatti che sono sotto gli occhi di tutti. Queste persone godono della mia fiducia. Si riuniscono regolarmente con grande sacrificio, sottraendo tempo alla famiglia e allo svago. In questi mesi sono nati tra noi amicizie sincere e passione sempre maggiore per l’impegno comune. Se la mia persona è diventata più mediatica credo che sia solo per il fatto di essere un prete. Tutto, dunque viene condiviso.

CANCRO. SCANDALO MULTINAZIONALI PRODUTTRICI CHEMIOTERAPICI

I vecchi farmaci che costano poco anche se in grado di contribuire a guarire certe malattie non li vendono più. Sono troppo economici mentre quelli biologici oncologici prodotti dalle multinazionali sono venduti a prezzi stratosferici

Da più parti nel campo medico specialistico dell’oncologia arrivano denunce sulla questione della carenza dei farmaci chemioterapici ed in particolare sul fatto che i vecchi farmaci non vengono più venduti nonostante la loro efficacia testata per far posto a medicinali sempre più nuovi e dai costi elevatissimi: nel mirino sempre le multinazionali farmaceutiche, in particolare quelle che producono gli oncologici biologici, ovviamente costosissimi, e che altrettanto ovviamente non avrebbero più interesse a commercializzare quelli vecchi perché ormai molto meno cari nonostante funzionino ancora. Per tali ragioni, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si unisce al coro dei medici che hanno rotto il velo dell’ipocrisia e che invitano le istituzioni a redigere nuove regole per obbligarli a produrre comunque i farmaci in questione.
A conferma di quanto stiamo ribadendo come “Sportello dei Diritti”, soggiungono le inchieste del capo corrispondente medico della CBS News, Jon LaPook, che per aver indagato attraverso i suoi articoli sull’impatto nei pazienti della carenza di farmaci oncologici a cui si sta assistendo non solo negli Usa ma anche nel Nostro Paese è stato appena insignito dell’Emmy award.

LETTERA DEL DOTT. ANTONIO MARFELLA AL DIRETTORE DEL MATTINO

I TRE PUNTI ESSENZIALI DELLA QUESTIONE AMBIENTALE IN CAMPANIA!

28 ottobre 2013 alle ore 7.54
Gent.mo Direttore e
Redazione de IL MATTINO
Nel leggere l’articolo di fondo di oggi “Terra dei Fuochi, tre impegni per fare sul serio”  a firma di Antonio Pascale, in un primo momento ho quasi pensato di chiedervi la verifica del copyright delle proposte riportate (due su tre, terza esclusa), dal momento che sono, di fatto,  la trasposizione sul vostro giornale delle mie dichiarazioni pubbliche e registrate alla Commissione Trasparenza presso la Regione Campania di mercoledi 23 ottobre 2013.
Come dichiarato in tale sede in qualità di Vicepresidente ISDE MEDICI AMBIENTE NAPOLI e consulente tecnico di fiducia dei Comitati del Coordinamento Lotta ai Roghi Tossici nonche’ di Padre Maurizio Patriciello, col quale ho condiviso sinora tre audizioni al Parlamento della Repubblica Italiana ed una al Parlamento della Comunita’ Europea, e ribadito in data 25 ottobre in incontro pubblico a Sarno alla presenza dei colleghi del Registro Tumori di Salerno, e pronto a farlo al Presidente Caldoro, (che siamo disponibili ad incontrare come chiediamo da anni senza riuscirci), il primo punto da affrontare è la trasparenza e la pubblicita’ dei dati ambientali e sanitari sinora raccolti e disponibili, cosa che da decenni sembra utopia in Regione Campania, e crea quel terribile senso di vuoto e disorientamento in tutti i cittadini campani, tecnici o meno.

domenica 27 ottobre 2013

Caivano: in un pozzo il veleno che fa nascere i bambini deformi

Sequestro choc in un campo pronto per la semina: rinvenuto il bicloro di metano



venerdì 19 luglio 2013 - 04:07 


Un incubo. Quel che si nasconde sottoterra nella provincia a nord di Napoli è un incubo. Ma all’incubo non c’è mai fine e il male a volte rivela davvero il suo lato peggiore. Stamattina gli agenti della Forestale, diretti dal generale Sergio Costa, non credevano ai loro occhi. perchè il pattofotoIn un pozzo di un campo di Caivano già pronto per la semina, in località Tre Ponti, anche conosciuta come Sanneveto, è stata trovata acqua contaminata con sostanze tossiche tra cui il bicloro di metano, anche detto cloruro di metilene, un solvente utilizzato per sgrassare e sverniciare macchinari industriali e che l’Iarc e l’Unione Europea classificano come sostanza potenzialmente cancerogena. C’è di più, però. Perché l’ultimo filone di ricerca scientifica, di nuova generazione e ancora non ufficiale, ha individuato nel bicloro di metano un veleno mutageno (cioè che provoca modifiche del codice genetico) e teratogeno. Quest’ultima è forse la proprietà di questa sostanza più agghiacciante: il veleno modifica il feto durante la gravidanza, provocando malattie gravissime.
“È la prima volta che ritroviamo una sostanza simile – spiega il generale Sergio Costa – il bicloro, secondo legge, non dovrebbe proprio essere presente nell’acqua, cioè la legge non consente la presenza neanche di un nanogrammo. Qui, invece, ne abbiamo trovati 71, vale a dire una percentuale superiore del 710% rispetto a quella consentita, che è zero”.

Don Patriciello all'altro corteo: "Vado solo da chi conosco..."

Il parroco di Caivano alla marcia "Insieme per la vita" a Macerata Campania: "Nessuna polemica, ma non sono andato a Napoli perché non so niente né dei promotori né del loro progetto. Da adesso vietato tacere: saremmo colpevoli di genocidio"
MACERATA CAMPANIA - Niente e nessuno deve impedire o frammentare  il processo di  mobilitazione che ormai riguarda due province, tre milioni di persone, un popolo- la gente della Terra dei Fuochi. Questo il concetto espresso con decisione da don Maurizio Patriciello intervenuto alla marcia “Insieme per la vita” che si è snodata tra le strade di Macerata Campania . Nello stesso pomeriggio della mobilitazione generale indetta a Napoli, a cui hanno aderito decine di migliaia di manifestanti, anche questo  piccolo comune del casertano ha reclamato il diritto alla vita urlato qui e non nel capoluogo campano come ha scelto di fare, non senza critiche, don  Maurizio.
 “Non c’è nessuna polemica, almeno da parte mia , con chi ha organizzato l’altra manifestazione- ha esordito il parroco di Caivano. Ma io partecipo solo ad iniziative di cui conosco personalmente gli organizzatori e il progetto”.  
Don Patriciello ha con forza allontanato qualsiasi ipotesi di scissione del movimento a difesa del territorio avvelenato da decenni di sversamenti illeciti di rifiuti industriali. “Io sono solo un tramite, un rappresentante che, soprattutto in ragione dell’abito talare che indosso, filtra  le denunce dei miei corregionali con le istituzioni. Don Maurizio non è né il movimento né il Comitato della Terra dei Fuochi che, invece, è una associazione composita, formata da volontari, medici, agronomi e ricercatori uniti solo dalla preoccupazione per la Salute pubblica nei territori compresi tra  il Nord  della provincia di Napoli e Caserta”.
Movimento che come dimostrato nel pomeriggio sta rompendo gli argini locali. Decine di bambini della scolaresche hanno aperto il corteo al grido: “Vogliamo vivere; vogliamo vivere qui e non altrove” . Diverse centinaia di cittadini sono scesi in strada denunciando e pretendendo risposte dalle istituzioni  rappresentate dal primo cittadino Luigi Munno. 
Un processo di “consapevolezza di un dramma sanitario” dalle proporzioni sempre più vaste che negli ultimi mesi ha visto il moltiplicarsi di associazioni come “La nostra Terra” di  Macerata e Recale e “Stopbiocidio”. Organizzazioni che attingono sempre più frequentemente a specialisti del settore oncologico  per correlare l’alto tasso di  neoplasie e malattie genetiche rilevate in queste zone all’avvelenamento ambientale. 
“Se per decenni siamo stati zitti riguardo le vessazioni che il nostro territorio ha subito – ha concluso Patriciello prima che il corteo arrivato in Piazza De Gasperi  si sciogliesse - siamo stati colpevoli di ignoranza e di stupidità. Se ora il nostro silenzio dovesse continuare saremmo, invece, corresponsabili del genocidio delle future generazioni che oggi pomeriggio ci stanno chiedendo- soltanto -il diritto di vivere, di non ammalarsi”.
Prossimo appuntamento di mobilitazione a difesa del territorio sabato 9 a Caserta ed il 16 novembre ancora a Napoli. Questa volta,però, Don Maurizio ci sarà. 
Giovanni Russo

sabato 26 ottobre 2013

Lettera di Raffaella 25 anni di Caivano a Papa Francesco

  • Caro papa Francesco,
    sono una ragazza di Caivano, fra poco diventerò mamma e la mia paura cresce ogni giorno.
    Sta diventando tutto una grande ossessione, perché dalla realtà che ci circonda non si può fuggire.
    Mi chiedo se sia possibile che a 25 anni si possa vivere con la paura di una malattia che possa colpire me, mio figlio , mio marito o una delle persone che amo.
    Penso alle tanti madri che hanno visto i propri figli morire, a quelle che li vedono soffrire ogni giorni e a quelle che invece hanno "la malattia" e pensano che a breve non rivedranno più il sorriso dei loro figli.
    Mi vengono le lacrime agli occhi.
    Prego per tutti noi ogni giorno e spero che Dio accolga le mie preghiere.
    Sembra strano ma ogni giorno gli chiedo 
    " Signore se devo morire fa che io chiuda gli occhi e non mi svegli più "
    Buffo pregare chiedendo questo,ma lo faccio perché il mio terrore è immenso e penso se proprio un giorno dovessi morire meglio farlo senza accorgermene, senza vedere le persone che amo che soffrono per me.
    Spero che lei , caro papa , possa venire nelle nostre terre, per capire quanta è immensa la paura che ogni giorno ci accompagna; spero possa aiutarci a diffondere il nostro grido di dolore e fallo arrivare agli enti competenti affinché si diano una mossa a dare inizio a una bonifica del territorio.
    Le spese sono immense lo so, ma i soldi non valgono la vita di tante persone e fra l'altro se rinunciano per qualche mese ai loro stipendi sicuramente ,loro non si impoveriscono e , qualche risultato si inizierà a vedere.
    La saluto papa Francesco,
    preghi per tutti noi.

    Raffaela

È stata fotografata l’anima

Uno scienziato russo ha immortalato l’anima nell’istante in cui abbandona il corpo dopo il decesso
Clicca per ingrandireL’esatto momento in cui l’anima lascia il corpo sembra essere stato catturato dallo scienziato russo Konstantin Korotkov, direttore del Research Institute of Physical Culture di San Pietroburgo, che avrebbe fotografato una persona con un dispositivo bioelettrografico nel momento esatto in cui è deceduta.
Korotkov ha scattato la foto con la tecnica Kirlian: il metodo, adottato dal Ministero della Salute russo ed utilizzato da oltre 300 medici in tutto il mondo come forma di monitoraggio per malattie come il cancro, è stato perfezionato da Korotkov con tecnica GDV (Gas Discharge Visualization) che ha poi applicato su una persona in punto di morte.
L’alone azzurro nell’immagine a sinistra rappresenta il momento in cui, secondo lo scienziato, l’anima sta abbandonando il corpo che, una volta spirato il soggetto, diviene rosso.
Secondo Korotkov, l’ombelico e la testa sono le parti che per prime perdono la loro forza (cioè l’anima) mentre l’inguine ed il cuore sono le aree che vengono abbandonate per ultime.
Konstantin KorotkovLo scienziato ha affermato che le immagini da lui ottenute dimostrerebbero che l’anima ritorna più volte nel corpo, specie in caso di morte violenta o improvvisa, come se manifestasse uno stato confusionale e ritornasse nel corpo nei giorni seguenti alla morte: lo scienziato ascrive il fenomeno ad energia non utilizzata che è contenuta nell’anima.
Per Korotkov più la morte è improvvisa e non naturale, più l’anima, rappresentata dalle onde elettromagnetiche fosforescenti, resta a lungo vicino al corpo, quasi stentasse ad accettare l’improvvisa separazione.
Per Korotkov, la tecnica potrebbe essere utilizzata per monitorare tutti i tipi di squilibri biofisici, per le diagnosi in tempo reale ed anche per svelare se una persona possiede poteri psichici o meno.

Fonte: meteoweb.eu

Camorra, rifiuti tossici nel Basso Lazio

Discariche abusive di rifiuti tossici. Ma anche droga, racket, prostituzione. I clan sul territorio.

di Enzo Ciaccio

Nel 1978 Raffaele Cutolo, il boss della nuova camorra organizzata, dopo la rocambolesca fuga dall’ospedale psichiatrico di Aversa trovò rifugio in un accogliente hotel di Fiuggi, dove si impadronì di un intero piano insieme con la sorella Rosetta e don Peppino Romano, il sacerdote di fiducia.
Basso Lazio e camorra, è qui che impazza la cosiddetta Quinta Mafia specializzata in traffici e specialmente quelli dei rifiuti fuorilegge.
Spiegano gli inquirenti: «Perché in Lazio? La Campania è a due passi, a meno di due ore di autostrada: basta un colpo di acceleratore, e ci si ritrova già dall’altra parte del fiume Garigliano, spartiacque che - invece di separare - rende complici nel malaffare».

CAMPANIA. Ecco i nomi delle aziende che hanno sversato rifiuti tossici

gomorra2[1]
QUESTE SONO SOLO ALCUNE DELLE AZIENDE CHE HANNO SVERSATO RIFIUTI TOSSICI IN CAMPANIA…
È BENE SAPERE …E CONDIVIDERE , ► Vari comuni del torinese (Chivasso, Robassomero, Orbassano), ► San Giuliano Milanese e Opera (Milano), Cuzzago di Premosello (Milano), Riva di Parabbiago (Milano), Pianoro (Bologna), Parona (Pavia), Mendicino (Cosenza), San Gregorio (Reggio Calabria), Brindisi, Roma. ► FER.OL.MET Spa impianto di… depurazione (via della Pace, 20 – 20098 San Giuliano Milanese, Milano): 21 tonnellate di fanghi, 552 tonnellate di fanghi di verniciatura.

Lo scandalo rifiuti tossici colpisce il brand Campania

NAPOLI - L'emergenza ambientale in Campania dopo le denunce dalla Terra dei fuochi e le scoperte di sversamenti di rifiuti tossici mette in allarme le società di distribuzione italiane e straniere e finisce per riflettersi sulle vendite di prodotti agricoli e conserve vegetali, latte e mozzarella. Nell'ultima settimana gli ordini sono calati, a quanto sembra, complessivamente del 30% circa, mentre sempre più spesso le centrali di acquisto che distribuiscono il prodotto fresco nella grande distribuzione, soprattutto al Nord, chiedono che sulla merce venga indicata l'esatta provenienza, con tanto di dettaglio catastale, allo scopo, evidentemente, di poter escludere che frutta e verdura provengano dalle aree più a rischio a nord di Napoli e nel Casertano: Caivano, Casal di Principe, Acerra, Giugliano sono considerati snodi di un quadrilatero di morte, ma la cattiva immagine si estende all'intera regione e a tutte le sue produzioni. Il brand Campania viene colpito proprio mentre la Ue aggiunge una nuova Igp - per la pasta di Gragnano -  alle numerose (335) già riconosciute. Da lunedì telefoni e posta elettronica sono roventi presso le associazioni di categoria degli agricoltori campani. E l'eco della "psicosi" si è sentita anche alla fiera di Anuga a Colonia, appuntamento importante per chi opera nel settore e cerca clienti fuori dall'Italia.

«Sono appena sceso dall'aereo di ritorno dalla Fiera tedesca - racconta Annibale Pancrazio, con aziende che esportano l'85% della produzione - e mi sono arrivati due sms da clienti che operano nel comparto biologico i quali mi chiedono chiarimenti sulle aree in cui vengono coltivati pomodori e legumi che le mie aziende trattano». «Preoccupazione – precisa Antonio Ferrajoli, ad di La Doria e presidente dell'Anicav ma il pomodoro è coltivato soprattutto in Puglia, dal Casertano proviene solo il 7% delle conserve prodotte. E in ogni caso subisce numerosi controlli». La Camera di commercio di Napoli ha lanciato l'allarme. Il governatore Stefano Caldoro parla di «una manovra per screditare».

11 ottobre 2013

venerdì 25 ottobre 2013

Nell’Oceano non c’è più Vita

La notizia allarmante arriva da un australiano Ivan Macfadyenun marinaio triste che ha effettuato la traversata del Pacifico, un’impresa che aveva già effettuato dieci anni fa.
La differenza è stata sconcertante per Ivan, all’epoca nel Pacifico tra l’Australia e il Giappone bastava buttare una lenza per procurarsi il pranzo, ma questa volta niente da fare… in tutta la traversata solo due prede. Per non parlare dell’oceano tra il Giappone e la California: un deserto formato da acqua e rottami.
Ed è questo che Ivan Macfadyen, dopo 28 giorni di desolata navigazionenel Pacifico, ha raccontato al The Newcastle Herald e che lentamente sta facendo il giro del mondo.

Bruciava veleni nel suo terreno. Un imprenditore? Un camorrista? No, un contadino di 71 anni

A Caivano blitz della Forestale: roghi di plastica e fitofarmaci tra gli ortaggi


fonte http://paralleloquarantuno.com
venerdì 25 ottobre 2013 - 16:58


Ha 71 anni, l’età che noi crediamo della saggezza. O almeno della cautela, della prudenza. E invece no. B.G, queste le sue iniziali, incendiava porcherie nel suo terreno di Caivano come nulla fosse. Vallo a capire perché: probabilmente per disfarsene, per liberarsi di quella roba trattava la sua campagna come il bidone della spazzatura di casa sua.DSCN3324B.G è stato denunciato dagli agenti della Forestale di Napoli – diretti dal generale Sergio Costa – perché appicca il fuoco a rifiuti speciali e pericolosi. Vale a dire: plastica di copertura delle serre, flaconi contenenti farmaci utilizzati a scopi agricoli e altri veleni. L’incendio – ed è questo l’aspetto più grave – era stato appiccato al centro di vari campi coltivati a ortaggi. I suoi. Un orrendo falò tra tenere piantine in via di crescita. Non solo: secondo gli agenti non è la prima volta che il contadino di 71 anni dava alle fiamme porcherie varie. Sono stati infatti trovati residui di roghi sparsi un po’ qua e un po’ la. L’agricoltore è stato denunciato alla Procura. Ma l’operazione della Forestale deve darci riflettere.