venerdì 25 ottobre 2013

Terra dei fuochi: “I medici hanno trovato veleni nei nostri capelli”

Una famiglia si sottopone al mineralogramma del capello: presenza di metalli pesanti in genitori e figli



venerdì 25 ottobre 2013 - 05:49

DI PINO LOMATO
Caro Parallelo41, siamo una famiglia con due bambini di 4 e 2 anni. Viviamo a Varcaturo/Lago Patria dal 1982 ma da circa 10 anni, escluso qualche pausa “napoletana”, siamo all’estero per ragioni di lavoro. Siamo tornati a Varcaturo sette mesi fa dopo due anni in Australia. Dalla pubblicazione di “Gomorra”, anche da lontano, abbiamo alimentato l’interesse sul tema dell’inquinamento dei nostri territori e molti sono i libri-denuncia, i servizi giornalistici (in onda solitamente di notte) e le altre fonti poco “pubblicizzate” con cui ci siamo documentati negli anni.capellofoto1Grazie a Facebook abbiamo potuto seguire l’impegno di persone come il colonnello Giampiero Angeli, il dottor Antonio Marfella, il dottor Gaetano Rivezzi, il dottor Antonio Giordano, il sito “Terra dei fuochi” e dei tanti comitati cittadini. Siamo, dunque, abbastanza informati su quello che i media nazionali hanno preferito ignorare o, peggio, negare da anni.
In Australia, terra ancora pressoché incontaminata, abbiamo visto quanto è alta l’attenzione all’ambiente ed al suo impatto sulla salute. Dato che proveniamo dalla Terra dei Fuochi, prima di tornare lo scorso marzo decidemmo di fare il mineralogramma del capello, per controllare il livello dei metalli pesanti nei nostri corpi, con il proposito di ripeterli dopo qualche mese dal nostro rientro a Varcaturo.
I risultati hanno evidenziato la presenza di metalli pesanti su di me e su tutti i membri della mia famiglia, incluso i miei bambini piccoli che hanno vissuto più in Australia che in Italia.

La dottoressa australiana che ci seguiva si è allarmata molto nel leggere i risultati degli esami, soprattutto quelli dei bambini (i cui livelli di mercurio sono di 2.9 g/g quando i valori normali sono minori di 0.4 g/g) e ci ha prescritto lunghe cure chelanti a base di minerali antagonisti (cioè integratori alimentari capaci di espellere i metalli trovati nei nostri corpi).
Peccato però che non ci è stato possibile seguire le cure al nostro rientro in Italia; questo perché l’importazione dei minerali Australiani che mi sono stati prescritti sono stati fermati dal Ministero della Sanità Italiana alla dogana di Roma e rispediti al mittente in Australia per motivi che nessuno mi ha ancora spiegato.
Da allora, vista l’impossibilità pratica di continuare ad essere seguiti dalla dottoressa australiana, abbiamo cercato di rifare lo stesso percorso di analisi e cura qui Italia, ma le difficoltà che abbiamo incontrato sono state diverse.
Abbiamo cominciato dal mineralogramma del capello. Praticamente qui in pochi sapevano cosa fosse e a cosa realmente servisse e, per effettuarne uno a prezzi contenuti (meno di 90€ incluso le spese di spedizione), ho contattato il laboratorio negli Usa che già aveva analizzato i nostri capelli quando eravamo in Australia. Dallo stesso laboratorio verranno le indicazioni per una terapia chelante a base di minerali ma, giustamente, il laboratorio si interfaccia soltanto con i medici che si prendono la responsabilità di seguire e curare i pazienti, non direttamente con gli utenti finali. Pertanto, con determinazione e iniziativa, e soprattutto grazie alla disponibilità di un medico amico, siamo riusciti a far accreditare il medico presso il laboratorio e ad effettuare i test. Oggi siamo in attesa dei risultati e delle cure che dovremmo poter effettuare in Italia.
Oggi in Italia si sa ancora troppo poco (o forse si vuole far sapere troppo poco) riguardo alle intossicazioni ambientali. Gli stessi medici di base ai quali ci siamo rivolti al nostro rientro a Varcaturo, si sono mostrati meravigliati al sentire parlare della presenza di metalli pesanti nei tessuti. Ci hanno, infatti, dichiarato di essere in un certo senso “impotenti” in quanto questo per loro è un campo nuovo del quale sanno poco o niente.
La verità è che, proprio in Campania, le intossicazioni croniche causate dall’inquinamento ambientale, dovrebbero essere trattate con la stessa dignità delle intossicazioni acute (ad esempio quelle causate dall’aver ingerito sostanze tossiche), mentre invece queste intossicazioni non vengono nemmeno diagnosticate, vengono ignorate o liquidate come malanni con cui convivere, senza legami con l’inquinamento…
Con questo atteggiamento a minimizzare, a non investigare, e a non riconoscere il problema, mi sembra chiaro che siamo molto indietro nello studio dei fenomeni che dimostrino i legami causa-effetto tra presenza di contaminanti ambientali nel corpo (come i metalli pesanti) e le diverse (tantissime) patologie che potrebbero derivarne.
Una nota positiva è venuta dal Cardarelli di Napoli, dove giorni fa ci siamo sottoposti ad una visita al Centro Anti Veleni (Cav); con sorpresa non abbiamo trovato quella chiusura in cui ci siamo invece imbattuti tante volte da quando siamo tornati in Italia.
Sebbene sul sito del CAV del Cardarelli si dica espressamente che non vengono trattate intossicazioni ambientali, io, caparbiamente, mi sono fatto fare le richieste dal mio medico curante ed ho prenotato una visita per tutta la famiglia.
Il medico che ci ha visitato al Cav ha tenuto in grande considerazione i mineralogrammi (australiani) che gli abbiamo portato ed ha risposto, nei limiti delle sue conoscenze in materia, alle domande circa le contaminazioni ambientali della nostra zona.
Ci ha detto che ufficialmente oggi non ci sono osservazioni e studi sufficienti per collegare scientificamente le patologie alle intossicazioni ambientali della zona, ma che a suo modo di vedere non va lasciato nulla di intentato in una situazione potenzialmente molto grave come quella che solo nei giorni scorsi è all’attenzione dei media.
Su questa base ci ha prescritto una cura di tipo “sperimentale”, senza effetti collaterali, e la ripetizione degli esami del capello in 6 mesi e, se necessario, del sangue.
Magari la disponibilità dei sanitari del Cardarelli è anche il risultato di una recente diffida dei comitati cittadini che hanno fatto riaprire il Cav che a settembre era stato chiuso, ma ad oggi ben venga questa disponibilità.
Oggi apprendo anche che il Prof. Tenore della facoltà di Farmacia (Federico II) effettua tutti i test (capello e sangue, metalli pesanti e policlorobifenili) per circa 200€. Ancora una spesa impegnativa, ma almeno esiste la possibilità di fare questi esami a Napoli, presso una struttura seria e certificata.
Per chi fosse interessato l’ambulatorio del Cav è aperto il venerdì mattina, basta prenotarsi al numero verde 800019774, e pagare il ticket il giorno della visita.

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