lunedì 21 ottobre 2013

LA PROVVIDENZA NELL’ABBBRACCIO DEL PAPA SONO CERTO: LA NOSTRA TERRA RISORGERÀ

( Articolo apparso su Avvenire, giovedì 12 settembre2013 )

Una cosa so: “ domani la  Provvidenza sorgerà prima del sole”. Parole che da sempre mi fanno compagnia.Martedì, insieme a due medici per l’ambiente, impegnati in prima fila contro il  disastro ambientale che si sta consumando in Campania, entro per la prima volta  a Palazzo Madama. I miei amici saranno auditi dalla commissione “Salute” del  Senato; a me viene concesso  di essere  presente come uditore. Rivezzi e Marfella, presidente e vice presidente  dell’Isde regionale offrono, gratuitamente, ai senatori il loro sapere frutto  di studi e impegno in prima linea sul nostro territorio martoriato. Nel  pomeriggio, in taxi, facciamo ritorno alla stazione. “ Di qua non si può  passare, ci sono le transenne, c’è il Papa dai Gesuiti…” farfuglia a se stesso  l’autista. Tanto basta per ritrovarci a piedi e correre verso il Papa. Il Papa:se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Uomo tra gli uomini che rende presente  l’Uomo per eccellenza: Cristo Gesù, Colui di cui tutti, anche senza saperlo,sono alla ricerca. Cristo: desiderio e nostalgia. Rimpianto e speranza .Bellezza e Verità. “ Questo Papa mi ha convertito…”,  mi disse il pentito della camorra, Carmine Schiavone  nell’incontro di pochi giorni fa. Fosse stato per lui sarebbe rimasto a parlare  del Papa e di Dio per ore e ore. Mistero del cuore umano sempre in bilico trail bene e il male; tra il desiderio della santità e la bramosia di possesso e  di potere. Mistero dell’uomo sempre più grande di quanto egli stesso possacredere. Siamo farina impastata con un’ acqua che non è di questo mondo. Forse  è per questo motivo che, nonostante il peccato che ci assedia e l’ egoismo che  ci rimpicciolisce, avvertiamo la nostalgia dell’eternità. Sentiamo di  appartenere a noi stessi fino a un certo punto. Sentiamo che qualcosa ci  sfugge. Che c’è bisogno di Qualcuno che meglio di noi sa leggere la mappa della   nostra vita.
Il Papa, dicevamo. Ci dirigiamo verso il Centro Astalli. Francesco  sta per uscire. Tante persone lo attendono sperando di vederlo da vicino. Tra  la gente mi intrufolo anch’io. C’è gioia, eccitazione, mille mani alzate con  altrettanti apparecchi fotografici. È una scena stupenda e commovente. I figli  cercano il padre. Sanno che di lui si possono fidare, che su di lui possono  contare. Sanno che non appartiene più a se stessa quella fonte di acqua fresca  alla quale possono andare a bere. “ Venite a me, voi tutti affaticati e stanchi” disse Gesù. Il Papa ci ripete l’invito: “ “ Andate da Gesù, le sue  braccia sono sempre aperte. Non abbiate paura. Spalancategli le porte del  ostro cuore…”. Che bello risentire quelle parole benedette pronunciate da  Francesco, il Papa dal sorriso sulle labbra. Sogno. Mi chiedo come sarebbe  il  mondo se per un attimo soltanto gli uomini prendessero sul serio le parole di Gesù. Uomo, chiunque tu sia, da  qualsiasi paese vieni, sei mio fratello. Per me tu sei importante, la tua vita  mi interessa. Il tuo dolore mi addolora. La tua gioia mi arricchisce. Pane ce  n’ è per tutti oggi come fu per la manna ieri: nessuno rimarrà a digiuno questa  sera. Chi viene  ucciso dalla fame o  dalle armi ci condanna. Severamente. Troppo grande è il cuore per accontentarsi di amori piccoli, quando  accade rischia di scoppiare. Siamo stati pensati in grande. Tutti. Il Papa si  affaccia sulla soglia. Eccolo! La gente grida, lo chiama, lo invoca con  affetto: “ Francesco… Francesco…”. Mi ritrovo ai suoi piedi. Glieli bacio. Come  sia stato possibile non lo so. Il cardinale Vallini, che fu mio rettore in  seminario, gli sussurra: “ Santo Padre, don Maurizio è un prete che combatte  per la sua terra inquinata…”. Il Papa mi incoraggia ad andare avanti, a  proseguire per questa strada che si fa sempre più lunga e faticosa. La nostra  terra risorgerà. Ne sono certo. Francesco mi accarezza il capo. Una carezza  desiderata tante volte che mi dà una gioia immensa.  Non siamo soli. Il Papa è con noi. La Provvidenza ancora una  volta è sorta prima del sole.

Padre Maurizio PATRICIELLO

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