
Hanno la vista lunga, i boss e hanno orientato, fin dal 2005, il riciclaggio di gran parte dei loro capitali illeciti provenienti da droga ed estorsioni sul vero settore trainante dell'economia campana: l'agroalimentare. Hanno abbandonato per tempo il cemento e l'immobiliare, piegati dalla crisi.
E sono tornati in qualche modo alle origini, sui passi della vecchia camorra dei mercati ortofrutticoli degli anni Cinquanta: hanno capito dove andava il mercato e hanno spostato capitali illeciti sui prodotti della terra. La conferma arriva dal rapporto «Agromafie» sui crimini agroalimentari in Italia realizzato da Coldiretti ed Eurispes e presentato ieri al Forum dell'agricoltura e dell'alimentazione di Cernobbio.
Su 47,5 miliardi di fatturato l'anno del settore agricolo italiano, ben 7 sono delle mafie che, grazie alla presenza capillare sul territorio, si sono accaparrate i terreni, controllano i centri di intermediazione del prodotto, gestiscono il trasporto, hanno le mani sulla distribuzione, soprattutto per la grande rete commerciale, e arrivano fino ai tavoli dei locali di ristorazione, anche quelli insospettabili, sempre più spesso gestiti da prestanome. Quattordici i miliardi complessivi della presenza mafiosa nel settore, sommando all'agricoltura anche l'alimentare. E gran parte è targato Campania.
fonte http://www.ilmattino.it
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