domenica 20 ottobre 2013

NON EROI MA UOMINI

30 settembre 2013

È facile mettere a tacere un'uomo. Lo si è fatto tante volte. Basta un  colpo di pistola o, meglio, una  semplice calunnia. Lo si uccide. Lo si infanga. Passeranno anni prima  che la storia gli ridoni dignità. Poi ne faranno un eroe. Gli porteranno  alloro, gli dedicheranno piazze. Gli eroi ci condannano. In fondo li lasciammo  soli. A Palermo, in primavera, per la beatificazione di padre Pino Puglisi mi  sentivo a disagio. Il manto che indossavo, color sangue, leggero come un’ala,lo sentivo pesante più del  piombo.  Borsellino e Falcone. Due compagni di strada. Due grandi uomini.  Irreprensibili. Coraggiosi. Onesti. Uccisi nonostante la scorta, nonostante la  prudenza. È facile mettere a tacere un uomo. Il popolo, no. Il popolo sovrano, quando lotta per i diritti suoi e dei suoi figli è stupendo. È  un fiume in piena. Il  nostro popolo.La gente vera. Le mamme che non possono più fare la spesa. I papà che stamattina non vanno a lavorare. I bambini che non hanno i libri per andare ascuola. Il futuro che non c’è. “ Napoli, ma non solo Napoli, è sull’orlo del  collasso”, ha detto il cardinale Sepe nella festa di san Gennaro. A questi  poveri è stata rubata anche  l’aria che respira.
Gliel’ hanno insozzata.Puzza. L’aria nei paesi a cavallo  di Napoli e Caserta puzza. Un fetore  nauseabondo si sprigiona di giorno e di  notte. Un puzzo di bruciato che  fa bruciare la gola, lo stomaco e l’animo. Che toglie la voglia di mangiare e  di lavorare. A questi poveri  è stata  rapinata anche la terra dei loro avi. Una terra fertile e  felice. Là dove  sorgevano pescheti, meleti, vigne ci hanno messo lamonnezza. Non la monnezza della nonna. Monnezza  industriale.  Monnezza tossica e nociva. Monnezza che  uccide.  Giugliano, Caivano,  Acerra, Orta di Atella, Trentola, Casal di Principe, Santa Maria La  Fossa…  E potremmo continuare. Si misero insieme i cattivi. La camorra  fece alleanza con  imprenditori disonesti. Politici collusi e corrotti  annusarono l’affare e  spianarono la via. Nel vangelo di domenica Gesù ci  rimprovera: “ I figli di questo mondo verso i loro pari sono più scaltri dei  figli della luce…”. Loro scaltri, noi ingenui. Si arricchivano i  cattivi.Morivano i buoni. Bugie! Quante bugie ci sono state raccontate. Oltre al danno non poteva mancare la beffa: “ Siete incivili. Non sapete  gestire  i vostri rifiuti. Imparate l’educazione…”  E noi pronti a  vergognarci.A batterci il petto. A rimproverare aspramente chi gettava la carta a terra.  Qualcuno aveva capito l’imbroglio e lo gridava al mondo. “ Non è  la monnezza   della nonna a far traboccare le discariche. Sono i rifiuti industriali. Andate  a controllare. Andate a vedere che cosa ci  hanno messo dentro”. Ma una noce nel  sacco non fa rumore.  La si  schiaccia  facilmente. È facile infangare un uomo quando dà fastidio. Quanti  soldi sono stati spesi. O, meglio, si sono  mangiati. Bonifiche mai  avvenute; commissioni di inchieste costate un occhio e poi messe a tacere.Venne il giorno in cui il   popolo, stanco, deluso disse: “ Basta”. Non  conviene esasperare il popolo. Stolti: quando lo  capite? E cominciò a  gridare. A manifestare. Scese per le strade. Riempì le  piazze. Si possono  sopportare tante cose, la morte dei bambini no. È un  dolore atroce, una  sofferenza immensa. Anche ai preti, davanti alle bare  bianche, si inceppa  la parola.  Balbettano. Bambini uccisi dalla leucemia. Giovanissimi genitori falciati dal cancro. Uno, due,tre… dieci, cento, mille. Cancro, leucemia. Leucemia, cancro. Siamo impazziti?  Il tempo è cambiato. Scendono in piazza i giovani.  A Caivano, ad Aversa,ad Acerra, a Casale. Non più isolati gruppi di volenterosi. È il  popolo  che grida. È il popolo che  pretende i suoi diritti. Popolo  meraviglioso e buono. Sfortunato e malgovernato.Bistrattato e  derubato. Umiliato e maltrattato. Il riscatto verrà dal  popolo. Ne sono certo. Continuiamo a lottare. Rinunciando a ogni violenza. Con  la forza della volontà e della ragione.  Dell’indignazione e della  speranza.
Padre Maurizio PATRICIELLO

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