venerdì 22 novembre 2013

Autopalpazione al seno: il giusto modo per effettuarla

Il tumore del seno è ancora oggi una delle maggiori cause di morte nel nostro Paese nel sesso femminile, ma se da un lato molto si è fatto per fronteggiare la malattia, molto si può anche fare per prevenirla, soprattutto dopo i 50 anni, considerando che tale neoplasia nell’80% dei casi in cui si presenta interessa soggetti che hanno superato i 50 anni d’età e se la prevenzione deve essere la prima arma rivolta contro il tumore al seno, questa non potrà prescindere da quella metodica che va sotto il nome di autopalpazione.
Intanto diciamo che nell’origine della malattia è annessa una natura genetica ed una predisposizione familiare anche se non ancora del tutto chiara, ma pare interessante osservare come gli stessi geni in grado di provocare la neoplasia si possano trasmettere di generazione in generazione, senza dimenticare il fatto che affinché in un soggetto predisposto si impianti un tumore al seno, possono avere significato fattori endogeni ed esogeni, quale l’assetto ormonale dell’individuo, per fare un esempio ed altre cause ancora non del tutto chiarificate.

Ma se parliamo di prevenzione non possiamo neanche prescindere dal ruolo attivo che la donna dovrà avere nel controllo del proprio seno, tenendo anche presente che quest’organo subisce numerose trasformazioni nel corso della vita ed in occasione di eventi dell’esistenza della donna, come ad esempio accade nel corso della gravidanza, durante l’allattamento e della stessa età,menopausa compresa.
L’autopalpazione diventa dunque un elemento essenziale per capire di primo acchito qualsiasi trasformazione lo stesso seno subisca, compresa la possibilità che all’interno si formino dei noduli che è sempre bene fare interpretare dal medico, perché tale metodica non serve alla donna per diagnosticarsi una malattia, qualsiasi essa sia, ma per indirizzare il medico verso una diagnosi precisa.
Come si effettua l’osservazione
Per le donne che abbiano il ciclo mestruale, sarebbe buona norma effettuare l’indagine ogni mese, magari il primo giorno in cui sono cessate le mestruazioni. Per quelle che hanno più le mestruazioni, sarebbe buona norma effettuare l’esame sempre nello stesso giorno del mese che per consuetudine si sia prescelto. L’esame va effettuato davanti lo specchio sollevando le braccia e osservando attentamente allo specchio la forma del seno, se questa vi pare cambiata fate mente locale perché tale fatto andrà riferito al medico. Ma per meglio osservare la morfologia del seno, occorre guardarlo di profilo e mentre lo si fa è buona norma mettere in tensione i muscoli in modo da percepire meglio qualsiasi variazione, se occorre sollevatelo e guardate attentamente se qualcosa non vi convince.
Come si effettua l’autopalpazione
Occorre afferrare e delicatamente palpare con la mano opposta al lato del seno, premendolo con cura con un movimento circolare della mano per tutta l’estensione dell’organo e continuando fino al cavo ascellare, tenendo ben presente l’area attorno al capezzolo. A questo punto con le due metodiche affrontate, controllo e autopalpazione, si potrebbero verificare diverse situazioni; la prima e la più immediata è quella di assistere ad una forma diversa che se avrete effettuato l’esame ogni mese dovrebbe stupirvi molto, se in così breve tempo il seno vi sembra tanto diverso da quello che avevate osservato appena 30 giorni prima.
Così non potrà passare inosservato il fatto di notare, quasi all’improvviso, un seno più piccolo dell’altro in maniera così netta. Stessa cura dovrete avere davanti ad un capezzolo che vi sembra si possa essere ritratto, o che vi pare sia gonfio o posizionato in maniera diversa. Anche la pelle ha la sua importanza, se vi sembra infiammata o raggrinzita, tenetelo presente e riferitelo al medico.
Per quanto riguarda l’eventuale presenza di uno o più noduli, dovrete localizzarli bene, facendo attenzione al luogo in cui si trovi, o si trovino, se nel seno o più all’interno verso l’ascella, così come importante è il fatto di capire, oltre al suo volume, alla possibilità che vi dia tale eventuale formazione, se ad esempio vi sembra mobile o tenacemente aderente al luogo in cui lo avete scoperto, dura o molle, non ultimo cercare di capire il numero di queste formazioni, che possono essere disseminate, o presenti singolarmente, potrebbero riguardare un seno o entrambi. Dovrete anche capire se l’eventuale dolore che avvertite al seno continua ad ad essere avvertito soltanto dopo la palpazione o se continua, magari irradiandosi altrove anche senza alcuna manipolazione e dovrete anche annotare se avete fatto caso ad eventuali perdite dal capezzolo sotto forma di liquidi più o meno densi e, a volte, pure maleodoranti che finiscono per macchiare il reggiseno.
Molti credono che l’esame effettuato al seno sia soltanto volto alla ricerca di un eventuale tumore, sbagliato, il seno è sede di diverse malattie che vanno dalle mastiti, ovvero ve e e proprie infiammazioni, alle più ” tranquille ” mastopatie fibroadenomatose cistiche, condizioni patologiche queste che possono a volte essere affrontate anche senza intervento chirurgico, insomma, su dieci palpazioni che abbiano dato positività con il riscontro di noduli, solo una può essere classificata come un tumore al seno.
Ma poiché non dovrà essere di certo la donna a formularsi la diagnosi, ogni variazione, andrà sottoposta e valutata col proprio medico che indirizzerà la paziente ove ritenga più opportuno. Inutile dire che l’eventuale mammografia o termografia o ancora ecografia e quant’altro utilizzato sono esami strumentali che non vengono di certo sostituiti dall’autopalpazione, anche la più accurata possibile, per quanto preziosa essa sia.

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