Il sostituto commissario Roberto Mancini è affetto da un tumore collegato con la contaminazione da sostanze pericolose. Per anni ha percorso i luoghi dei veleni in provincia di Caserta. Oggi rischia di non ricevere alcun risarcimento
Se oggi i pm della Dda di Napoli sono riusciti a ottenere la storica sentenza di condanna a vent’anni per disastro ambientale nei confronti di Domenico Bidognetti, alias “Cicciotto ‘e mezzanotte”, lo devono anche a lui. Roberto Mancini per anni ha lavorato come sostituto commissario nella provincia di Caserta e il suo compito era quello di visitare quei luoghi della Terra dei Fuochi carichi di veleno. E ha ottenuto dei risultati: ha ricostruito i contatti massonici, gli ordini che arrivavano dalle industrie con nomi importanti e quella rete estesa di broker e trasportatori. Lavoro poi confluito in una informativa chiave del 1996.
Oggi ne paga le conseguenze: è afflitto da un tumore collegato con la contaminazione da sostanze pericolose, per il quale sta affrontando una lunga degenza per il trapianto del midollo. La malattia, riconosciuta come legata al suo servizio per lo Stato, è stata valutata appena cinquemila euro.
Per questa ragione ha deciso di chiedere un risarcimento alla Camera dei deputati, per se e per la sua famiglia. Ma per il parlamento non ha diritto a nessun risarcimento: “Ho deciso di contattare il presidente Laura Boldrini – racconta Mancini al Fatto – ma la risposta che ho ottenuto è stata che lei non ci poteva fare nulla”.
Nonostante tutto Roberto continua a rimanere in servizio, nel commissariato di San Lorenzo a Roma e uuest’anno, nonostante la malattia, ha aiutato la procura napoletana in alcune indagini.
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