Gabriele Muccino scrive:
“Sabato, 16 novembre, a Napoli, contro i veleni che stanno uccidendo l'Italia e ne distruggeranno presto l'economia e l'esportazione dei cibi made in Italy e affosseranno uno dei punti di più alto prestigio che il mondo ci riconosce, se non si agirà immediatamente e con estrema forza e cognizione alla bonifica REALE di una enorme e ben conosciuta parte del territorio italiano avvelenato e reso letale con lo sversamento sia in superficie che col sotterramento avvenuto a partire dagli anni '80 ad opera dei casalesi di migliaia e migliaia di tonnellate di rifiuti tossici e radioattivi, che per ora sappiamo essere stati interrati nel Lazio, Campania e Molise (altri dettagli immagino usciranno nei prossimi decenni se per desecretare queste dichiarazioni dell'ex boss dei casalesi, il pentito Schiavone - secretate durante gli anni berlusconiani e non solo - ci sono voluti sedici anni), partecipate in massa, unitevi intorno a Don Patriciello, parroco del comune di Caivano e alla vostra gente. Fatelo per voi e per chi amate, coinvolgete tutti i vostri conoscenti e amici. Si tratta del futuro di un'intera nazione. Il risveglio di un popolo, quello campano, quello italiano, truffato e dominato per secoli, che mai ha avuto la possibilità di credere che il Potere si avesse diritto e possibilità a contrastarlo. Oggi, davanti alla morte, all'incuranza del bene più prezioso che abbiamo e che è la vita, quel popolo sta forse trovando la forza per manifestare la propria dignità e riscattarsi di tutti gli abusi che ha dovuto ingoiare dalla dominazione spagnola a quella camorristica del territorio. Io purtroppo non posso essere in Italia nei prossimi giorni altrimenti parteciperei senza il minimo dubbio.
Si tenga alta la tensione e l'attenzione o si insabbierà tutto e si continuerà a morire di tumori e malformazioni sin da neonati, respirando diossina, acquistando e mangiando cibi che ormai inscatolati e contenenti metalli pesanti, arsenico, cadmio ecc, si trovano ormai sugli scaffali dei supermercati dell'intero Paese e senza giri di parole, hanno trasformato il miglior cibo del mondo in un cibo assassino. Non è un problema del Sud più di quanto non lo sia per chi compra prodotti italiani in Piemonte o a Montpellier o New York.
E' una tragedia enorme per l'Italia e la sua economia sul lastrico.
E non solo per colpa dei governi ma, permettetemi di dirlo, soprattutto per la mentalità italiana ormai così diffusa che crea lassismo, ignoranza, ignavia, menefreghismo, rancoroso accapigliamento tra disperati e decaduti, in cui assistiamo ad un penoso spettacolo di tutti contro tutti, con insulti, vaffanculo, ricatti, corruzione dei deputati, proclami di malati terminali che credono di poter andare avanti così, all'infinito. Ma con quale esercito? Con quale senso della realtà?
Mai un dialogo sincero a parte quelli di Papa Francesco, mai una visione oggettiva e limpida che unisca tutti per il Bene Comune del Paese. E poi quella cosa sconosciuta che si chiama "competitività" e che chiunque abiti all'estero, conosce molto bene e sa quanto sia salutare al sistema stesso, se dosata con criteri meno robotici di quelli applicati negli USA. La competitività premia e si basa solo sulla meritocrazia e sconfigge con la licenziabilità chi punta al posto fisso senza sapere che quel posto va guadagnato ogni giorno col lavoro e la dedizione. E' solo così che un'economia riparte. Von la meritocrazia e l'integrità. Lo so, parole ormai sconosciute.
Le tragedie come quella dell'avvelenamento della terra e per conseguenza diretta, dell'agricoltura, del bestiame, del cibo, delle falde acquifere, delle vie respiratorie attraverso fuochi perpetui che bruciano amianto senza che l'esercito, i corpi speciali, i servizi segreti (quelli sani), le forze armate dei carabinieri e la polizia intervengano non con flemma e rassegnazione ma con giubbotti antiproiettile, elmetti e armi d'assalto, come in un paese civile e che vuole chiamarsi occidentale sarebbe il minimo che accadesse. Nessuno ha più bisogno di parole ma semplicemente di FATTI. FATTI IMMEDIATI. MESSI ALL'ORDINE DEL GIORNO DAL GOVERNO PERCHE' OGNI GIORNO CHE PASSA E' UN GIORNO IN CUI QUALCUNO MUORE DI CANCRO AL COLON. E UNO STATO INERME E SILENZIOSO NON E' DEGNO DEL SUO POPOLO. SE NON SANNO SALVARE L'ITALIA O NON NE HANNO LA POSSIBILITA' O CAPACITA' O IL SEMPLICE CORAGGIO, VADANO A CASA. SE SONO INVECE IN GRADO DI SALVARE L'ITALIA, METTENDOLA COME PRIORITA' ASSOLUTA DEGNA DI OGNI SACRIFICIO, ALLORA LO DIMOSTRINO SENZA BLAH BLAH MA CON FATTI CONCRETI, CON CORAGGIO, ORGOGLIO E INTEGRITA' POLITICA E MORALE, TANGIBILI E IMMEDIATI.
Aiutate voi stessi e chi ha bisogno prima di tutto di ritrovare l'orgoglio e la dignità di esistere per poter combattere e sperare di continuare a vivere nella propria terra che era una volta la più bella, fertile e unica al mondo.
Grazie a tutti quelli che parteciperanno alla manifestazione, grazie ai politici non collusi che, sensibili all'urgenza di messa in opera immediata delle suddette bonifiche vorranno convogliare le loro energie, forze denari e strumenti perché ciò avvenga nel modo più pulito, retto e veloce MAi VISTO PRIMA. Comportiamoci come un paese industrializzato e non lasciamoci trascinare alla deriva per trasformare la nostra economia in terzomondista. Grazie infine a tutti coloro che non smetteranno mai di ricordare a sé stessi e agli altri, attraverso qualunque mezzo di comunicazione a disposizione, che tragedie come questa, non hanno la data di scadenza come fosse yogurt.
Qui si parla di una Hiroshima nascosta nel nostro sottosuolo. Quel suolo produrrà veleno per secoli se non verrà curato con tutti gli enormi sforzi e integrità che richiede.
Si conoscono i responsabili, si conosce la mappatura dei siti. Ora è tempo per agire. Il tempo per le parole è scaduto da 16 anni mentre bambini e adulti non hanno mai smesso di morire.
Spero questa mia lettera raggiunga il Premier Letta e il suo Governo, il Ministro dell'Ambiente Orlando, il Ministro della Salute Lorenzin, il Presidente di tutti gli italiani, Napolitano, e non ultima, l'attenzione di Papa Francesco.
Con rispetto,
Gabriele Muccino”
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