L'allarme dei panificatori campani dell'Unipan: "Il pane cotto bruciando materiale tossico è altamente nocivo"
Nella notte tra sabato e domenica i carabinieri del Nucleo antisofisticazione e sanità del comando provinciale di Napoli hanno sequestrato altri nove forni abusivi considerati vicini ai clan della camorra. Si tratta dell''ennesimo blitz portato a termine nelle operazione volte a contrastare il fenomeno del "pane tossico" partendo proprio dalle verifiche ai forni per continuare con la rete di distribuzione e deposito del pane, fino ad arrivare alla vendita al dettaglio nei supermercati e per le vie cittadine.
I SEQUESTRI - In poche ore sono stati sequestrati forni a Giugliano, Qualiano, Calvizzano, Afragola, Casavatore, Cicciano, San Giuseppe Vsuviano, Acerra. A Pozzuoli per un forno è stata sospesa l'attività di panificazione per mancanza delle condizioni igienico-sanitarie e delle autorizzazioni amministrative alla vendita. A Torre Annunziata e a Castellammare di Stabia sono stati chiusi due panifici per carenze igienico-sanitarie dei laboratori.
L'ALLARME - "Ringraziamo i carabinieri per quello che stanno facendo. Il pane tossico della camorra - dicono il presidente dei panificatori campani dell'Unipan, Mimmo Filosa, ed il leader degli ecorottamatori Verdi Francesco Emilio Borrelli - avvelena più del cibo contaminato coltivato sulla Terra dei Fuochi perché lo mangiano tutti e tutti i giorni e rischi di generare tumori".
"Questo pane - rilevano Filosa e Borrelli - viene cotto in forni abusivi, in condizioni igieniche allucinanti, con scarti di rifiuti legnosi, legno verniciato e pieno di chiodi, addirittura in alcuni casi anche con quello delle bare. Come per tutti i legnami trattati, compresi i gusci di nocciola, le sostanze tossiche delle tinture presenti sul legno, con il calore si sciolgono e si trasformano in resine che si depositano sulle pareti del forno. Poi con le altissime temperature di cottura, la resina velenosa e cancerogena si scioglie nuovamente e viene assorbita da pane, pizze e dolci e finisce nelle nostre tavole per poi essere mangiata generando in diversi casi gravi malattie anche di carattere tumorale".
"Mentre le coltivazioni tossiche nell'area della Terra dei Fuochi - concludono Filosa e Borrelli - per fortuna rappresentano una minima parte del mercato ortofrutticolo regionale, la criminalità gestisce la produzione e la vendita di circa il 50 per cento del pane in provincia di Napoli con una posizione di quasi monopolio il sabato e la domenica".
Bisogna ritornare ai tempi di prima quando ognuno coltivava la propria terra e si faceva pane e pasta in casa!
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