Sabato 16 Novembre 2013.
Ore 13.30.
Mi avvicino alla finestra della mia stanza per guardare un'ultima volta il cielo sperando che la pioggia abbia smesso di scendere a catenelle. Niente da fare. Ma non mi perdo d'animo e deciso apro la porta di casa e mi avvio alla stazione ferroviaria di Casoria-Afragola. Il treno mai come oggi è preciso.
Ore 13.46.
Arrivo del treno che da Caserta porta a Napoli.
Insieme a me tanti giovani che entusiasti aspettano di salire. Tutti diretti a Napoli.
Sul treno si parla solo della manifestazione.
Qualcuno al telefono parla con qualche amico per dirsi in che posto incontrarsi.
Ore 13.55.
Il treno arriva a Napoli.
Tutti con passo veloce si apprestano a raggiungere piazza Garibaldi.
Uscito dalla stazione, da lontano, una moltitudine di ombrelli colorati.
Nonostante la pioggia si avverte subito che nessuno si lascerà scoraggiare dal marciare.
Uomini, donne e bambini. Tutti insieme sotto un cielo grigio che sembra quasi un capriccio.
Ma la voglia di esserci è più forte anche della morte.
In testa al corteo "l'uomo e sacerdote" Padre Maurizio Patriciello e al suo fianco l'artista del popolo
Nino D'Angelo.
Dopo un po' di concitazione con la stampa finalmente si parte.
Un corteo lunghissimo. Cinquanta o centomila persone non importa.
Siamo in tanti e questo basta.
Siamo in tanti. Siamo la gente brava che cerca giustizia e verità.
Il corteo procede lento. La pioggia invece scende velocemente.
Un "fiume in piena" in tutti i sensi!
Ovunque mi giro vedo "unione" e orgoglio. Sì, orgoglio.
Quell'orgoglio sano che ti fa essere cosciente di quanto vali veramente.
Certo, ognuno di noi in questo corteo vale tanto.
Ore 16.30.
Siamo in piazza del Plebiscito e i volontari stanno ancora sistemando il palco.
Qualcuno avverte che la coda del corteo è ancora molto lontana dalla piazza.
Quando finalmente arriva il resto dei manifestanti si inizia.
Vari interventi. Parole che toccano il cuore e le coscienze.
Ore 18.30
Decido a malincuore di prendere la via del ritorno a casa.
Mentre abbandono la piazza mi giro per dare ancora un'occhiata al palco,
alla gente e ad un bambino che dorme sereno tra le braccia della mamma.
Dormi piccolo. Dormi e stai tranquillo. Da oggi non hai più da temere!
di Massimo Cardito
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