Intervista al medico Luigi Costanzo, del Coordinamento comitati fuochi: «In una sola giornata ho prescritto medicinali ed esami, a un solo paziente affetto da cancro, per 4.058 euro. In una regione già disastrata dal debito pubblico, non sarebbe meglio affidarsi a politiche di prevenzione primaria?»
Il medicinale Aranesp da 150 mg costa 929,26 euro; per il diflucan 200 bisogna sborsare 146,08 euro, mentre per uno studio dosimetrico con tac 3D si devono spendere 531,60 euro. Sono solo alcuni dei medicinali e degli esami medici che il dottor Luigi Costanzo, del Coordinamento comitati fuochi, ha prescritto a un suo paziente affetto da cancro. La zona è sempre quella: l'hinterland napoletano e casertano, la terra dei campi avvelenati e dei roghi tossici, dove l'aumento dei tumori e delle malattie legate ai rifiuti è ormai evidente.
Dottor Costanzo, Lei ha prescritto medicinali ed esami medici a una persona ammalata di cancro. Ci può dire cosa ne è venuto fuori?
Il calcolo totale è stato impressionante. Parliamo, in tutto, di 4.058,46 euro per una singola prescrizione. Soldi che ovviamente non saranno sborsati direttamente dal paziente, bensì dal Servizio Sanitario Nazionale e dalla Regione Campania, visto che parliamo di una persona che ha ottenuto l'esenzione dal ticket per il codice 048.
In che senso, secondo Lei, sarebbe più opportuno affidarsi alla prevenzione primaria?
Semplice: la Regione Campania è fra le più indebitate d'Italia, non ultimo il settore sanitario per il quale è previsto il piano di rientro dal “buco” che si è creato negli anni. Quindi mi domando: invece di affrontare, sempre più spesso, spese di tale portata, non sarebbe meglio investire i soldi disponibili nella prevenzione primaria, di modo che tali situazioni possano presentarsi meno di quanto accada ora? Qui la domanda sanitaria è cresciuta in modo esponenziale, sia per l'aumento effettivo delle malattie che per quello delle fobie.
Fobie? In che senso?
Vivendo in una terra del genere, dove notizie su cancro e tumore sono all'ordine del giorno, la gente comincia a preoccuparsi seriamente. Aumentano quindi le spese della Regione e la domanda di salute da parte delle persone. In pratica si spendono migliaia e migliaia di euro pur non avendone. Io davvero non riesco a immaginare a cosa andremo incontro. Non solo dal punto di vista “umanitario”, ma anche da quello economico.
Ma perché non vengono effettuate campagne legate alla prevenzione primaria? A chi conviene questo stato di cose?
Qui sta il nodo della questione. Negli ultimi tempi sono proliferati centri di ricerca e laboratori di analisi, dove la domanda di salute, come dicevo, è molto forte. Dove vengono effettuati esami su esami che, ovviamente, vengono pagati. Io come medico, se un paziente mi chiede di effettuare certi controlli, non posso certo esimermi dal prescriverli. È un cane che si morde la coda: finché la situazione rimarrà tale, ad arricchirsi saranno solo le lobby farmaceutiche e i centri di analisi accreditati, mentre i soldi pubblici spesi dalla Regione saranno sempre di più.
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