lunedì 11 novembre 2013

Francia, no ai pesticidi

Stop ai pesticidi. L’appello arriva dalla Francia e unisce un gran numero di interlocutori di diversi orientamenti ed interessi. Dai ricercatori, ai rappresentanti delle Ong, passando per medici e politici, sia di destra che di sinistra. Un argomento che assume una importanza vitale in un paese dalla grande tradizione agricola, dove è particolarmente diffusa la coltura estensiva, e l’uso di antiparassitari è ingente. La petizione è definita “appello diMontpellier” perchè in quella città si è avuto, a fine agosto, un primo incontro per discutere della questione. Si chiede al governo di limitare il ricorso ai pesticidi, e dove possibile anche di vietarlo.
Una splendida immagine della campagna francese.
Una splendida immagine della campagna francese.
Il documento è già stato sottoscritto da una cinquantina di personalità transalpine, tra cui Delphine Batho, ex ministro dell’Ecologia dell’attuale governo, e Chantal Jouanno, titolare dello stesso ministero ai tempi di Nicolas Sarkozy. Firmatari anche esponenti di altissimo livello della mondo medico francese. Ricordiamo Charles Sultan, specialista di endocrinologia presso l’ospedale Chru di Montpellier. Queste persone riconoscono che esiste già una diffusa sensibilità su tale argomento, e che qualcosa è stato fatto in questo campo. La situazione ora, però, sta peggiorando. Il Commissariato generale per lo sviluppo sostenibile sostiene che ben il 90% dei corsi d’acqua francesi sia inquinato da sostanze tossiche , e l’Inserm, Istituto nazionale della salute e della ricerca medica, lo scorso giugno aveva segnalato che esisteva “una forte presunzione del fatto che i rischi di malattie come quelle neurodegenerative o certi cancri, come quello del sangue, siano resi maggiori dall’esposizione ai pesticidi”. Pericoli a cui sono esposti soprattutto i lavoratori agricoli, e coloro che lavorano nell’aree in cui si producono tali sostanze. Il rischio ora è che siano presenti residui anche negli alimenti. Da segnalare, ad esempio, anche l’allarme lanciato dalla Federazione francese degli apicoltori professionali, la Ffap, che denuncia l’esistenza di “una reale urgenza: dobbiamo fermare l’emorragia delle api. In alcune delle nostre imprese la mortalità sta aumentando del 50% da un anno all’altro”. Anche in questo caso la colpa sarebbe da ascrivere all’uso massiccio di pesticidi. Infine, alla fine del mese di agosto, lo stato francese è stato condannato a rimborsare un agricoltore malato di cancro, causato dall’uso delle sostanze velenose. Episodi come questi hanno fatto in modo che questa vicenda assumesse uno spessore sempre più grande, e colpisse l’attenzione dell’opinione pubblica transalpina.

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