mercoledì 13 novembre 2013

Il Papa scrive a Vincenza Cristiano: sono vicino a tutti voi e vi benedico

Terra dei fuochi, la donna aveva inviato una lettera: "Pontefice preghi per noi e per tutti i nostri ammalati"



mercoledì 13 novembre 2013 - 14:41

DI VINCENZA CRISTIANO
Cari amici di Parallelo 41, stamattina desidero rendervi partecipi della gioia immensa che provo e che mi fa tremare ancora dalla commozione. Sono appena ritornata a casa, dopo una lunga visita in ospedale a Frattamaggiore, e ho controllato la cassetta delle lettere. E cosa ho visto? Una lettera della Segreteria di Stato della Città del Vaticano! Il Santo Padre mi ha risposto! 1451408_10202665327301223_552151901_nNella lunga missiva che scrissi due mesi, e che riporto qui di seguito, ho chiesto preghiere per il nostro popolo martoriato e abbandonato dalle istituzioni. La risposta del Santo Padre non è solo per me, ma per tutti i cittadini della terra dei veleni; rallegriamoci e gioiamo di questo atto d’amore di Papa Francesco: Lui ci benedice e ci ringrazia “per il premuroso pensiero” di esserci rivolti a Lui!
Ecco le parole del Papa, attraverso la Segreteria di Stato: “La Segreteria di Stato porge distinti saluti e, nel comunicare che quanto è stato inviato al Sommo Pontefice è regolarmente pervenuto a destinazione, esprime a Suo nome viva riconoscenza per il premuroso pensiero e ne partecipa la benedizione, Pegno di abbondanti grazie celesti”.
Ecco il testo della lettera che io avevo invitato a Papa Francesco a settembre
Caro Papa,
mi chiamo Vincenza Cristiano, ho 35 anni e sono della “Terra dei fuochi”, del “triangolo della morte”, cioè della triste zona tra le provincie di Napoli Nord e di Caserta Sud. Le chiedo preghiere per la mia famiglia e per un intero popolo che sta morendo, lentamente, di tumore.
Mi deve perdonare il tono confidenziale di questa lettera, ma lei è il nostro caro Papa, ed è il papà di tutti noi, il buon pastore dei poveri… E qui siamo davvero molto poveri. Ci hanno tolto l’aria, la terra con i suoi frutti e le sue acque, interrando e dando alle fiamme tonnellate di rifiuti industriali e tossici di ogni tipo… Siamo la regione più giovane d’Italia perché qui si muore più che altrove. Anche io mi sono ammalata di tumore. Per grazia di Dio adesso sto bene, ma sono andata in menopausa a 30 anni e assieme a mio marito abbiamo rifiutato quanto ci proponevano i medici: l’assurda pratica dell’ovodonazione. Oggi mio marito mi ha detto: “Sono andato all’inferno tre volte: quando è morto mio padre, quando ti sei ammalata tu e quando abbiamo saputo di non poter mai avere figli”. Anche perché l’abbiamo scoperto nel più tragico dei modi: credevamo di aspettare un bambino, invece ero andata in menopausa.
Accadono tante disgrazie nel mondo, tante catastrofi naturali e malattie dalle cause sconosciute, verrebbe da pensare. Invece qui si parla di un’altra storia. Di una malattia che non è causata da nessun incognito male del mondo. Di una malattia inflitta da un uomo a un altro uomo. Proprio così. Il mio tumore è stato causato da altre persone.
Stile di vita sano, mai fumato, mai fatto uso di sostanze stupefacenti… la mia vita si svolgeva tra casa, chiesa e Università. “Se non ti ricoveriamo subito, ti resta un mese di vita” mi disse il primario. Ci sembrava assurdo. Come era potuto accadere? Fu lo stesso primario dell’ospedale a darci la risposta: “Ma come, non avete mai sentito parlare del “triangolo della morte” ? Già da tempo se ne è occupato The Lancet oncology, una delle più prestigiose riviste internazionali di oncologia. Tu vivi nel bel mezzo del “triangolo della morte”, tu vivi lì…”.
Sono territori violentati dalla camorra, con l’ausilio talvolta di politici corrotti e collusi. In questi territori vengono sversati, in regime di evasione fiscale, tonnellate di rifiuti ospedalieri e industriali altamente tossici. Arrivano migliaia di tir senza alcun monitoraggio, senza alcuna tracciabilità. Sversano, interrano, bruciano, ammazzano. Luoghi privilegiati di sversamento sono le campagne, in cui la viabilità è incerta e la localizzazione risulta difficoltosa anche da parte dei Vigili del Fuoco e delle altre Forze dell’Ordine. I liquami vanno nei terreni coltivati, i rifiuti tossici industriali solidi vanno dati a fuoco. Le ceneri si riversano su ortaggi e verdure venduti in tutt’Italia. E’ stato calcolato, dalla commissione parlamentare Pecorella sulle ecomafie, che nel 2064 i liquami interrati raggiungeranno la falda acquifera. Sarà un disastro mille volte più potente di una catastrofe nucleare, e il peggio è che noi lo sappiamo. Noi lo denunciamo. Noi non abbiamo paura. Cerchiamo in ogni modo di far conoscere il nostro dramma, facciamo quello che ci si aspetterebbe da chi ci governa e da chi dovrebbe tutelare la nostra salute e il nostro territorio.
Noi gridiamo per la morte nostra e dei nostri figli. Gridiamo al mondo intero. Qui il dramma si perpetua nel tempo, è mortalmente continuo, paradossalmente infinito. Sversano ogni giorno. Abbiamo paura di mangiare frutta e verdura contaminata, abbiamo paura di respirare … I nostri cimiteri sono pieni di bare bianche, le foto dei bambini sulle lapidi gridano vendetta agli occhi di Dio. Il “triangolo della morte” in pochi anni è diventato il “poliedro della morte”; i territori contaminati si stanno allargando a zone prima estranee a questo dramma umanitario.
Lo sgomento è tanto, la paura, la preoccupazione per i bambini che continuano ad ammalarsi e a morire… I nostri Vescovi hanno dichiarato “l’Episcopato della terra dei fuochi”, ma di noi lo stato non si preoccupa. Ha sempre tentato di metterci a tacere perché ci sono stati politici corrotti che con le ecomafie hanno fatto miliardi… e intanto la magistratura indaga… e noi moriamo… Carissimo papà, se sapesse quante lacrime, quanto dolore, quanta angoscia è nei nostri cuori… noi siamo i poveri di Gesù, siamo i suoi storpi, zoppi, lebbrosi e ammalati di cancro, abbandonati dalle istituzioni menefreghiste o complici… noi abbiamo solo Gesù, solo lui ci fa ancora sperare contro ogni umana speranza!
Da un anno Avvenire fa dossier su di noi, sulle mafie che ci hanno e ci stanno distruggendo, mentre alla stampa nazionale pare non interessare lo sterminio di un popolo…intanto abbiamo pentiti di mafia che hanno fatto nomi e luoghi degli sversamenti, ma la macchina burocratica è lunga, i reati ambientali vanno in prescrizione e noi moriamo.
Siamo un popolo condannato a morte. Ma in tutte queste tenebre, Gesù ci ha donato una luce, mandando un profeta tra noi: è padre Maurizio Patriciello, il nostro poverissimo padre, innamorato del Signore e della sua Chiesa. Grazie a lui, alle sue denunce, al suo amore per Cristo sofferente che rivede in ognuno di noi poveri ammalati, si è riusciti a portare il nostro dramma al Parlamento europeo, a raccogliere 32.000 firme di denuncia contro le amministrazioni colluse con le ecomafie… Un altro profeta è il dottore Antonio Marfella, che con la sua fede e la sua scienza ci sta aiutando in questa lotta per la vita. Ma non si tratta delle nostre vite, perché ormai noi siamo tutti contaminati… è per i bambini che lottiamo…
Carissimo papà, unisciti a noi, perché la speranza viene meno… abbiamo bisogno del tuo aiuto, della tua intercessione, della tua preghiera, della speranza che puoi portarci… vienici a trovare, vieni a condividere con noi il nostro dolore… respirerai con noi la puzza infernale dei roghi tossici, vedrai i poveri di Cristo crocifissi con lui, in una terra dove mantenere viva la speranza è un dono della fede.
Non so se leggerai questa lettera, ma ringrazio Dio per averci donato te… Siamo tutti nel cuore di Cristo e della nostra Mamma, l’Immacolata Vergine Maria. Lei è la “salute degli infermi” e il “rifugio dei peccatori”; che ti protegga sempre e ti sostenga con il suo amore di Mamma nella tua difficile missione di Sommo Pontefice!
Ti vogliamo tanto bene caro papà!

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