
A cura di Marco Aragno
Movida e Terra dei Fuochi. Un mix improbabile, ma secondo alcuni abbastanza accattivante per farne un evento da saturdaynight fever. Come quello andato in scena sabato scorso al Privat 1,discoteca di Agnano frequentata ogni weekend da migliaia diragazzi provenienti da Napoli e provincia.
Locandine in perfetto tema “biocidio”, battage pubblicitario sui social network e, dulcis in fundo, lo speaker che dalla console urla “la mia terra non deve morire”. Peccato però che non si fosse in piazza, ma nel bel mezzo di una pista da ballo con circa 2mila persone, fiumi di alcool e luci colorate. A fine serata portafogli pieni per organizzatori e pr, mentre per la Terra dei Fuochi neanche un centesimo. Già, perché nessuna percentuale dell’incasso sarebbe stata devoluta alla causa ambientale e il tema del biocidio sarebbe stato usato solo come slogan della serata. Circostanza che ha sollevato un coro di indignazione sulla rete. “Mai come ora avete speculato parecchiosulla disgrazia. Si può raccogliere gente per andare a manifestare contro lo scempio, non per fare soldi”, denuncia Luca da Qualiano su facebook. Di strumentalizzazione parla anche Nelly da Quarto: “Raccontatemi quanto è stato struggente ieri ubriacarsi e ballare in questa serata di commemorazione”. “Fra loro e gli sciacalli non trovo differenze”, commenta invece Fabrizio. Insomma, la condanna da parte del web contro “gli speculatori del disastro ambientale” sembra unanime. Il rischio è che la Terra dei Fuochi diventi sempre più un brand utile per promuovere eve nti mediatici. Meno, invece, per contrassegnare un territorio devastato da discariche e rifiuti.
Locandine in perfetto tema “biocidio”, battage pubblicitario sui social network e, dulcis in fundo, lo speaker che dalla console urla “la mia terra non deve morire”. Peccato però che non si fosse in piazza, ma nel bel mezzo di una pista da ballo con circa 2mila persone, fiumi di alcool e luci colorate. A fine serata portafogli pieni per organizzatori e pr, mentre per la Terra dei Fuochi neanche un centesimo. Già, perché nessuna percentuale dell’incasso sarebbe stata devoluta alla causa ambientale e il tema del biocidio sarebbe stato usato solo come slogan della serata. Circostanza che ha sollevato un coro di indignazione sulla rete. “Mai come ora avete speculato parecchiosulla disgrazia. Si può raccogliere gente per andare a manifestare contro lo scempio, non per fare soldi”, denuncia Luca da Qualiano su facebook. Di strumentalizzazione parla anche Nelly da Quarto: “Raccontatemi quanto è stato struggente ieri ubriacarsi e ballare in questa serata di commemorazione”. “Fra loro e gli sciacalli non trovo differenze”, commenta invece Fabrizio. Insomma, la condanna da parte del web contro “gli speculatori del disastro ambientale” sembra unanime. Il rischio è che la Terra dei Fuochi diventi sempre più un brand utile per promuovere eve
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