Lo scienziato: a Caivano ritrovate sostanze devastanti. Lo Stato deve muoversi subitomercoledì 13 novembre 2013 - 06:34
Professor Antonio Giordano, sono state sequestrate tredici aziende agricole; nell’acqua usata per irrigare i campi sono stati trovati veleni di ogni tipo. Ha letto?
“Ho letto”.
Manganese presente fino al 2000% in più del consentito, cloroformio fino al 700% in più del lecito. Quale di queste sostanze, come scienziato e medico, le fanno più paura?
“Mi fanno paura tutte. La presenza di simili sostanze in questa concentrazione non si è mai vista in zone densamente abitate dell’Europa”.
Che cosa bisogna fare per salvarci?
“La situazione sanitaria è a un livello di emergenza eccezionale. Con la contaminazione della falda acquifera ci ritroviamo ad avere a che fare con sostanze devastanti per la salute dei cittadini. È in pericolo la salute dei cittadini. Sento dire che non bisogna creare allarmismo. Ma di che cosa dobbiamo avere più paura: dell’allarmismo o che sia in pericolo la salute dei cittadini?”.
Professore, è già accaduto a Giugliano. È stata scoperta acqua dei pozzi cancerogena ma i prodotti analizzati dall’istituto superiore di Sanità, come pomodori e frutta, sono risultati integri. Non è escluso, quindi, che anche finocchi e broccoli di Caivano irrigati con acqua avvelenata possano risultare tra qualche giorno puliti.
“Mi faccia fare un paragone. Se noi prendiamo un pezzo di un organo colpito da cancro, non è detto che quel pezzo prelevato sia stato colpito dalla malattia. Occorrono, insomma, varie campionature per poter parlare di prodotti integri. E occorre fare esami nel tempo. Bisogna dare alle analisi una certa continuità prima di poter dire che frutta e verdura sono assolutamente indenni. Capisco che è difficile accertarlo. E poi mi faccia dire una cosa: ma in tutti questi anni i tecnici sono stati all’altezza? I tecnici che insieme ai politici si sono occupati della Terra dei fuochi le risulta che ci abbiano detto come stavano le cose? E allora chiediamo e pretendiamo che le analisi siano fatte da tecnici indiscussi e all’altezza. Non mi riferisco all’istituto di Sanità, parlo in generale rispetto a problemi così gravi”.
Dopo che sono scoperte sostanze come quelle ritrovate nell’acqua di pozzo di Caivano, che cosa dovrebbero fare subito le istituzioni per la Terra dei fuochi?
“Innanzitutto essere presenti e smetterla con questo patetico ping pong istituzionale. Bisogna agire subito. La comunità scientifica internazionale vede la zona della Terra dei fuochi come un problema di grave impatto ambientale. Vogliamo intervenire? Io vedo uno Stato alle corde, uno Stato che sembra non avere strategie. Sento dire che il ministro per l’Ambiente, Orlando,vorrebbe 900 milioni. Ma per che cosa, per fare che cosa? Qui non serve più l’intervento di un singolo ministro, qui serve un’azione combinata: ministero dell’Interno, ministero della Salute. È un problema che riguarda la collettività, che va affrontato nella sua completezza. Ma ci rendiamo conto che queste sostanze tossiche stanno diventando parte integrante di un certo habitat della Campania?”.
Che cosa si deve fare, dia un suo contributo.
“Lo ripeterò fino alla noia: interdire alla coltivazione quelle zone dove sono stati scoperti inquinanti così pericolosi. Va sospesa la coltivazione in quelle zone. Ma come possono dormire sonni tranquilli i nostri rappresentanti istituzionali se anche un solo prodotto contaminato può arrivare sulle tavole dei cittadini? Come, mi domando io? Bisognerebbe interdire non solo quelle coltivazioni ma anche certi politici e certi tecnici”.
Professore, però dobbiamo dare anche un segnale positivo alle persone che leggeranno queste sue dichiarazioni. Un cittadino che abita nella zona della Terra dei fuochi non può impazzire tra mille paure e angosce su che cosa mettere in tavola…
“Sia chiaro: io non ho mai detto che tutta la Terra dei fuochi è avvelenata e che tutti i prodotti della Terra dei fuochi non si possono consumare. Non lo penso affatto. Ma è chiaro che se non isoliamo quegli appezzamenti che sono risultati contaminati, non ne usciamo. Dobbiamo bloccare le zone sospette, soltanto così salveremo quello che di buono c’è nella Terra dei fuochi. E non è certo poco quello che c’è di buono”.
Che cosa possono fare i cittadini, le famiglie di fronte a questa emergenza?
“Le famiglie devono mostrare fermezza. Ma non c’è bisogno che lo dica io. Chi abita nella zona della Terra dei fuochi deve essere esaltato ed elogiato per come si sta comportando. Per la straordinaria mobilitazione che si è creata. Anche i non addetti ai lavori ora sanno quali sono i rischi e che cosa può provocare un inquinamento prolungato nel tempo. Ma lei ha notato come si sono accesi i riflettori su una realtà tanto avvelenata? Grazie a medici che non fanno parte del coro ufficiale, a scienziati che non fanno parte del coro ufficiale, a giornalisti che non fanno parte del coro ufficiale, a investigatori seri, scrupolosi e preparati. Se aspettavamo lo Stato, stavamo ancora a venti anni fa. Ecco perché io ho molta fiducia nei cittadini della Terra dei fuochi, loro monitoreranno lo Stato. Non si faranno abbindolare dalle false promesse”. |
mercoledì 13 novembre 2013
Giordano: situazione di emergenza, è in pericolo la salute dei cittadini
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