- I manifestanti: «Ogni giorno per noi è il giorno dei morti»
GIUGLIANO - Tutti i giorni si svegliano con la paura di non farcela. Lo spettro della morte è sempre presente. La battaglia contro quella che molti di loro si limitano a definire semplicemente “la malattia” è irta di difficoltà, ma altrettanto forte è il desiderio di sapere come e perché il cancro li ha stanati, in una terra dove ormai non si contano più i decessi causati dal male del secolo.
E così, per non essere dimenticati o ignorati dalle istituzioni, alcuni ammalati di tumore di Giugliano hanno organizzato un sit davanti al cimitero. «Ogni giorno per noi è il giorno dei morti» hanno ribadito i manifestanti, giustificando la scelta simbolica del luogo di riposo per la loro protesta.
Con cartelli stretti tra le mani hanno raccontato le proprie storie. C’è chi ha perso i propri figli, strappati alla vita a soli nove anni dalla leucemia e chi invece la sua lotta contro il tumore alla tiroide continua a condurla strenuamente ad ogni risveglio. «Vogliamo sapere perché è successo tutto questo. Vorremmo finalmente il registro tumori: la gente comune ora deve sapere». Si pretendono risposte chiare.
Gli ammalati, più degli altri, sono stanchi delle passerelle dei politici e vorrebbero al più preso una bonifica del territorio. «Giugliano non deve morire» è uno degli slogan più ricorrenti. Un grido di dolore che tra manifestazioni di piazza, sit in e presidi la gente continua a gridare, nella speranza che qualcosa cambi davvero nella Terra dei Fuochi, terra di veleni e di cimiteri stracolmi.

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